Manuale dei backlink, dal migliore al più pericoloso

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Indice dei contenuti

Per ottenere un posizionamento costante nei motori di ricerche possiamo attuare molte strategie SEO differenti. Certamente la link building se fatta bene e in modo naturale è parte fondamentale di qualsiasi strategia volta all’indicizzazione nei motori di ricerca.

Tuttavia, i link possono essere di vario tipo e non tutti sono valutati nello stesso modo dai motori di ricerca. Google in primis penalizza tutti quei siti web che acquistano link per migliorare il proprio ranking.

In linea generale possiamo dire che i backlink possono essere raggruppati secondo criteri diversi:

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  • Modalità di acquisizione: self-built, acquisizione in modo naturale, SEO attack;
  • Strategie di link building: contenuti di valore, social media, guest post, paid post, ecc;
  • Qualità della fonte: autorevole, rilevante, non correlata, spam;
  • Collocazione nel sito: contenuto principale, navigazione, piè di pagina.

Già da questo primo scema esemplificativo si capisce come il fattore più importante per la link building sia il valore SEO che un link porterà ad un sito web.

Ecco perché è fondamentale conoscere come classificare i backlink, esaminandoli in base al loro peso all’interno della disciplina SEO.

Quali sono i backlink utili alla SEO

I link più vantaggiosi per la SEO sono quelli che trasmettono link juice al sito, e sono quelli con i quali non si rischia alcuna penalità.

1. Link a contenuti di valore

Quando parliamo di link juice power, ci riferiamo a tutti quei link che provengono da fonti autorevoli e pertinenti, in quanto sono quelli che vengono considerati con il più alto valore SEO.

Ben si capisce come tali  link siano i più difficili da ottenere e molto più spesso di quanto si pensi si ottengono gratuitamente in modo naturale, ossia quando le persone linkano un sito di loro spontanea volontà proprio perché i  contenuti, i prodotti o i servizi sono per loro rilevanti.

Per ottenere tali link l’unica cosa veramente efficace da fare è quella di produrre contenuti di alta o altissima qualità, completamente originali e scritti di proprio pugno.

Quante volte si legge in internet che “content is the king” e noi non smetteremo mai di dirlo perché è una verità assoluta.

Sfortunatamente non tutti i tipi di contenuto ricevono un ampio apprezzamento da parte del pubblico, perché vale comunque sempre la regola della visibilità, quindi se un sito web è poco visitato difficilmente il suo contenuto potrà essere condiviso o linkato.

Per ottenere un buon numero di link di alto livello bisognerebbe includere questi due tipi di contenuti nella strategia SEO per dare loro la spinta necessaria affinché le persone acquisiscano consapevolezza su di essi:

Contenuto evergreen: quello che rimane rilevante per molto tempo senza bisogno di ulteriori aggiornamenti;
Dati unici: infografiche, casi studio, interviste, incontri con esperti, esperimenti di settore, webinar, storie di successo, ecc.

2. Guest blog link

Chi ritiene che nel 2019 il guest blogging  sia morto si sbaglia di grosso. Anche se Google disapprova la distribuzione dei guest content con l’intento principale di fare link building, allo stesso tempo dice: “Non scoraggiamo questo tipo di articoli [gest post] nei casi in cui informano gli utenti, educano il pubblico di un altro sito o sensibilizzano la vostra causa o azienda”.

Il guest blogging è in realtà uno dei modi migliori per acquisire un link da un sito autorevole. Ed è per questo che per ottenere un’ottimo link juice bisognerebbe pubblicare su siti web che:

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  • Hanno un profilo link forte;
  • Sono in una nicchia correlata;
  • Pubblicano solo contenuti di alta qualità;
  • Danno di più di un semplice back link bio (con uno stato dofollow);
  • Hanno molto traffico (commenti reali, seguito sostanziale nei social media).

Certamente ottenere pubblicazioni su fonti consolidate non è un processo rapido né facile ed è per questo motivo che si consiglia di partire da siti più piccoli o meno popolari per costruire la propria reputazione e credibilità.

3. Acknowledgement link

Quando si presenzia ad un evento di settore o si sponsorizza un evento o si effettua una donazione di solito si guadagna qualche riconoscimento da parte dell’organizzatore e dei partecipanti sotto forma di:

  • Link dal sito dell’organizzatore;
  • Social media post che menzionano il brand e inseriscono un link.

Se si opera in una nicchia che offre questo tipo di opportunità si consiglia di cercare gli eventi più importanti del  settore, così da ottenere una presenza all’interno di essi.

4. Link in directory di nicchia o locali

Le directory di nicchia o local sono una fonte SEO davvero preziosa perché portano sempre un sacco di traffico. Sicuramente si utilizzano directory di qualità quando si cercano recensioni e quindi ecco l’importanza di essere presenti in directory come Yelp, Foursquare, Pagine Gialle, All Business Now, 411.com, ecc.

Non ci dimentichiamo poi che i link in molte directory sono ancora dofollow e questo vuol dire tanta juice gratis al proprio sito web.

Sempre più spesso leggiamo che Google non ama i link dalle directory e che essi non aiutano la SEO in generale.
Sembra però che, dando dichiarazioni così vaghe, Google non dica effettivamente di non essere presenti nelle directory. Vuole solo impedire alle persone di inviare massicciamente informazioni a livello generale.

I link sono utili alla brand awareness.

Ci sono molti tipi di link che possono portare molto traffico e visibilità, ma quelli nofollow sappiamo bene che non trasmettono juice. Tuttavia, non è uno spreco né una perdita di tempo avere anche questi tipi di link, anche perché lo scopo finale non è quello di portare comunque le persone a visitare un sito web?

5. Link dai post dei social network

I post di Facebook e Twitter sono trattati come normali pagine web di Google. In questo modo quando c’è un riferimento ad un sito web in un post di Facebook o in un tweet dovrebbe essere trattato come un normale link.

La maggior parte dei link all’interno dei post dei social media hanno uno stato nofollow proprio perché Google non ha le risorse per eseguire la scansione di tutte le pagine dei social media e quindi il gigante della ricerca deve essere selettivo quando si tratta di social media, con alcuni post dei social media da indicizzare e altri da tralasciare.

Ma come abbiamo appena detto la cosa conta molto relativamente perché maggiore è l’interesse verso i contenuti sui social media, maggiore è il numero di condivisioni che si ottiene, con il risultato che gli utenti vedranno i contenuti e si collegheranno ad essi.

6. Link dai profili aziendali

Quando si creano profili aziendali per un brand, ad esempio quando creiamo una pagina ufficiale sui social media, sui siti di recensioni o nelle directory di settore, c’è sempre la possibilità di lasciare un link al proprio sito web. Anche in questo caso, la maggior parte di questi link sarà nofollow, ma certamente aiuteranno a costruire una solida brand reputation.

Un suggerimento sempre valido è quello di prestare attenzione agli annunci su Google My Business, visto che Google li sta aggiornando sempre di più per rendere la sua ricerca locale ancora più precisa. Ma GMB è certamente il luogo ideale dove lasciare un link al proprio sito web, basti pensare che le inserzioni di Google My Business occupano un terzo delle SERP di Google.

7. Link nei commenti

Le sezioni di commento sono una preziosa fonte di informazioni. Le persone lasciano commenti per segnalare alcune imprecisioni, fornire maggiori informazioni sull’argomento o iniziare discussioni su dichiarazioni controverse. È sicuro e utile pubblicare commenti pertinenti e includere un link al proprio sito web per dimostrare il proprio punto di vista.

Certamente i commenti rafforzano di più la reputazione del brand che la strategia SEO in virtù del fatto che la maggior parte di questi link sono generalmente nofollow.

In realtà i commenti sono proprio la ragione per cui è stato creato l’attributo nofollow, come strumento per cercare di frenare lo spam illimitato nei commenti che andava a compromettere il PageRank. Google ha introdotto questo attributo nel 2005 tanto che oggi è usato da tutti i principali CMS.

8. Link nella biografia

A volte l’unico link che si può ottenere da un guest post è quello nella biografia dell’autore, e quasi certamente sarà nofollow. Lo stesso vale per le bio nella maggior parte degli account dei social media.

Anche se LinkedIn, per esempio, permette ancora link dofollow nella sezione bio.

In ogni caso, i social media sono così influenti in questo momento che avere un proprio profilo nei principali canali di social media è fondamentale per la visibilità online. Certamente avere un profilo e basta serve a poco. Quello che conta è scegliere il social network più affine alle proprie esigenze ed essere molto attivi fornendo, ad esempio, un servizio clienti migliore, sviluppando la fiducia e facendo crescere la propria rete. Tutte queste cose porteranno traffico al sito e soprattutto tanti link.

9. Link nei comunicati stampa

Fino a qualche anno fa era prassi comune scrivere comunicati stampa che generavano un sacco di link. Tuttavia, Google ha capito subito che la maggior parte dei comunicati stampa erano innaturali e pubblicati solo per ottenere link, così ha iniziato ad ignorarli automaticamente.

Come fa Google a capire che si tratta di un comunicato stampa? Non è poi così difficile identificare tutti quei siti dedicati ai comunicati stampa dove gli utenti possono aggiungere manualmente i propri contenuti previa  registrazione.

Anche vero è che se un comunicato stampa viene pubblicato da un’autorevole fonte mediatica, Google lo tratterà come una pagina regolare. Bisogna quindi evitare di utilizzare i comunicati stampa in blocco come parte integrante di qualsiasi strategia di link building e dedicarsi, invece, ai comunicati stampa scritti appositamente per ogni singola fonte che abbia molto autorevolezza in materia.

Linkless mention

L’internet di oggi è molto più che solo link e pagine. Google con tutti i suoi bot scandaglia continuamente tutto il web andando a guardare non solo il profilo backlink, chi e come menziona un determinato brand ma anche la brand reputation in generale.

È vero, le menzioni senza link sono viste come il futuro del web, dove le relazioni tra le pagine saranno espresse non solo dai link, ma anche dalle menzioni dei brand e dal “sentimento” che vi ruota intorno. Detto questo, le citazioni online non sono trattate allo stesso modo dei link. Secondo Gary Illyes Google raccoglie la linkless mention da un altro sito, ma non passa PageRank.

Quindi anche se le linkless mention stanno diventando sempre più importanti, passano un tipo di juice completamente diverso rispetto a quello trasmesso da un link.

Backlink pericolosi

Un processo di link building richiede tempo e molta fatica. Ecco perché molte persone hanno la tentazione di accelerare il tutto solitamente utilizzando tecniche black hat.

Diciamo subito che fare black hat oggi è veramente difficile, fosse solo perché Google è veramente veloce a rilevare e punire tali pratiche e non si stanca mai di mettere in guardia gli utenti sull’utilizzo di tali pratiche, che, ancor oggi, continuano ad essere molto utilizzate.

1. Link a pagamento

La verità è una sola. La link building a pagamento è una prassi molto utilizzata in ambito SEO, e come tale è sempre più rischioso farla perché i motori di ricerca sono sempre a caccia dei link a pagamento così da andare a penalizzare quei siti web che li hanno comprati.

Se è giusto pagare per un post in un blog di nicchia che esce con la dicitura “sponsorizzato” certamente è prassi da abolire quella che vede pagare per i post in reti di blog privati camuffati o, ancor peggio, pagare una terza parte per far includere un post nei siti web dei propri clienti.

Link da blogger

Forse rimane l’opzione più conveniente quando qualcuno decide di acquistare i link. E non necessariamente bisogna che vi sia uno scambio monetario. I link builder spesso offrono i loro prodotti o servizi gratuitamente in cambio di un link. Quando si tratta di recensioni dall’aspetto genuino e simili, Google ha difficoltà a rilevare una violazione.

Mentre l’idea di acquistare un link può sembrare piuttosto attraente, le conseguenze possono essere veramente pericolose, non solo perché si rischia di acquistare link pericolosi, quanto perché c’è un alto rischio che si vada a spendere una somma significativa di denaro, senza contare che i link a buon mercato probabilmente finiranno in un zona dell’internet molto sospettosa agli occhi di Google e che quindi vi sia un’alta possibilità che Google scopra gli schemi di link e penalizzi il sito web.

2. Link in directory o forum di bassa qualità

Se si creano più profili e voci in directory o forum non correlati e inaffidabili tali tentativi saranno certamente considerati come spam e manipolazione.

3.  Collegamenti su siti irrilevanti

Se si pubblica un contenuto di qualità su un sito web che è completamente irrilevante per la propria nicchia, questo non porterà alcun valore SEO. E se il sito è di bassa qualità si rischia anche una penalizzazione per tattiche spam.

Tuttavia, la mancanza di rilevanza non è sempre un fattore di penalizzazione. Quando si tratta di local SEO, i link da siti della stessa area geografica di colui che fa le ricerche portano più valore SEO di link da siti topic più rilevanti, ma che “lavorano” su un’altra città o in una diversa regione.

4.  Link da negative SEO attack

La concorrenza è spietata e sempre più spesso negli ultimi dieci anni abbiamo assistito a veri e propri attacchi negative SEO, dove i competitor hanno pensato bene che fosse più facile bombardare un URL con link acquistati a stock online che pensare invece di dedicare le proprie energie a sviluppare un proprio progetto online.

La maggior parte di questi link utilizzano ancoraggi esatti pubblicando link contenenti keyword secche di nicchia per far sembrare che il proprietario del sito web stia cercando di manipolare il profilo di link del sito o ancor peggio utilizzano i commenti di spam con link ad un URL di destinazione.

Le raccomandazioni finali sono d’obbligo sul questo manuale dei backlink. Che si tratti dei migliori backlink o dei peggiori l’importante è lavorare sempre con naturalezza, perché qualsiasi link (buono) può portare ad un miglioramento di una campagna SEO.

Certamente non è facile trovare e mantenere la formula ideale di un profilo backlink sano e produttivo, ed è per questo motivo che è sempre più fondamentale scoprire e segnalare i backlink pericolosi e che portano spam.

[via link-assistant.com]

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