Nofollow

Nofollow è un attributo HTML utilizzato per indicare ai robot dei motori di ricerca che un link non dovrebbe influenzare il posizionamento nei motori di ricerca.

A livello di codice HTML, un link nofollow si presenta in questo modo:

<a href="https://www.studiosamo.it/" rel="nofollow">Studio Samo</a>

Quando un link non possiede l’attributo nofollow, è comunemente detto “dofollow”.

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Dofollow è semplicemente un modo di dire, poiché un valore dofollow per l’attributo rel non esiste in HTML. Quindi, i link dofollow sono tecnicamente tutti i link che non hanno un attributo rel con un valore nofollow.

Per impostazione predefinita, tutti i link sono “dofollow”, a meno che non vengano modificati per essere nofollow manualmente o vengano modificati automaticamente da un’impostazione del sito web.

Non è necessario perciò fare nulla quando si crea un nuovo link per renderlo dofollow, a meno che un’impostazione del sito web non stia cambiando il codice che si aggiunge.

I crawler dei motori di ricerca seguono i link dofollow. In altre parole, continuano a eseguire il crawling di altre pagine che scoprono attraverso i link standard.

Quando un link non possiede l’attributo nofollow, è in grado di influenzare il posizionamento sui motori di ricerca.

I motori di ricerca vedono infatti i link come “voti” di altri siti web, quindi se ricevi molti link di qualità, la tua pagina è autorevole agli occhi di Google.

I link dofollow passano attraverso quello che la comunità SEO chiama comunemente link juice.

Imparando a quali pagine web sono spesso collegate, i motori di ricerca possono determinare il posizionamento dei siti web nei risultati di ricerca.

I link sono solo uno dei tanti fattori di ranking, ma sono considerati ampiamente come uno dei più importanti.

Leggi: Link Building: guida completa per principianti.

Al contrario, i link nofollow si mettono per chiedere ai motori di ricerca di non seguirli e non contarli come voti di qualità.

A volte non si è in grado di garantire per tutti i link sul proprio sito web, soprattutto se si tratta di link ugc inviati dall’utente o di link a pubblicità.

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Evoluzione del nofollow

Nel 2005, l’attributo nofollow è stato introdotto come mezzo per aiutare i motori di ricerca a combattere lo spam nei commenti.

È diventato rapidamente anche uno dei metodi consigliati da Google per segnalare i link pubblicitari o sponsorizzati.

Il web si è evoluto da quando nofollow è stato introdotto, pertanto, anche Google ha deciso di modificare questo attributo.

Sul blog ufficiale di Google, il 10 settembre 2019 è stato annunciato un cambiamento riguardo ai link nofollow, insieme all’introduzione di due nuovi attributi che forniscono ai webmaster ulteriori modi per segnalare a Google la natura di particolari link.

Questi, insieme a nofollow, sono riassunti qui di seguito:

  • rel=”sponsored”: per identificare i link che sono stati creati come parte di pubblicità, sponsorizzazioni o altri accordi di compensazione.
  • rel=”ugc”: UGC sta per User Generated Content, e il valore dell’attributo ugc è raccomandato per i link all’interno di contenuti generati dall’utente, come commenti e post di forum.
  • rel=”nofollow”: per i casi in cui si desidera collegare una pagina ma non si vuole implicare alcun tipo di approvazione, compreso il passaggio del credito di ranking ad un’altra pagina.

Quando nofollow è stato introdotto, Google non contava alcun link contrassegnato in questo modo come segnale da utilizzare all’interno dei suoi algoritmi di ricerca.

Ora la situazione è cambiata. Tutti gli attributi dei link – sponsored, UGC e nofollow – sono trattati come suggerimenti su quali link considerare o escludere all’interno della ricerca.

Google dice:

Useremo questi suggerimenti – insieme ad altri segnali – come un modo per capire meglio come analizzare e utilizzare i link in modo appropriato all’interno dei nostri sistemi.

Perché non ignorare completamente tali link, come era stato fatto con nofollow?

I link contengono informazioni preziose che possono aiutare Google a migliorare la ricerca, come ad esempio il modo in cui le parole all’interno dei link descrivono il contenuto a cui puntano.

Anche l’esame di tutti i link che trova può aiutarlo a capire meglio i modelli di collegamento innaturali.

Passando a un modello di suggerimento, Google non perde più queste importanti informazioni, pur consentendo ai proprietari del sito di indicare che alcuni link non dovrebbero avere il peso di un’approvazione.

Per la scansione e l’indicizzazione, il nofollow è diventato un suggerimento a partire dal 1° marzo 2020.

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