Ecommerce vs Marketplace: come vendere nel digitale

Ecommerce vs marketplace. Questo è lo scontro nella mente degli imprenditori che si accingono a creare per la prima volta uno shop su internet.
E-commerce vs Marketplace
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Ecommerce vs marketplace. Questo è lo scontro che si crea nella mente degli imprenditori che si accingono a creare per la prima volta uno shop online.

Le diverse scuole di pensiero amplificano la confusione di chi vuole espandere la propria attività anche online, fornendo opzioni variegate senza spiegare nel profondo le varie insidie che comportano le due opzioni.

Al giorno d’oggi esistono vari modi per facilitare l’incontro fra domanda ed offerta. Come ad esempio aprire il proprio shop sui social, creare un ecommerce o aprire il negozio sui marketplace.

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Ecommerce vs marketplace: il valore dell’analisi

Ma qual è l’opzione migliore? Non esiste una risposta univoca.
Ogni nicchia è un mondo a sé stante e l’esito positivo di tale investimento è influenzato anche dal mercato, dalle abitudini dei consumatori e dalla concorrenza.

Dunque è sbagliato ridurre questa decisione guardandola come se fosse un match da ridurre ad un banale “ecommerce vs marketplace“.
Prima di stabilire a priori quale delle due opzioni possa apportare un guadagno bisogna partire dall’analisi.

Per rendere redditizio l’investimento nella creazione di uno shop online bisogna in primo luogo conoscere le piattaforme online, i loro punti di forza e debolezza.

Ecommerce vs marketplace: una scelta consapevole

Parallelamente, come scoprirai nelle prossime righe, per avere un ROI interessante è necessario consolidare una solida strategia volta a raggiungere obiettivi a medio-lungo termine.

In poche parole se il tuo desiderio è crescere, raggiungere nuove persone in target e magari abbattere le distanze conoscere a fondo il ruolo di ecommerce e marketplace potrebbe risultare vantaggioso per elaborare un piano strategico per espandersi senza danneggiare l’azienda.

Marketplace: cos’è, tipologie e vantaggi

I marketplaces sono piattaforme online in cui gli imprenditori mettono in vendita i prodotti dietro pagamento di fees e canoni mensili.

Oggigiorno esistono varie tipologie di marketplace – verticali e orizzontali – finalizzati al commercio con determinati target – B2B, B2C e C2C -.

Fra i principali  vantaggi troviamo il forte posizionamento sulla SERP, l’enorme mole di utenza e l’autorevolezza della piattaforma.

Tipologie di marketplace

Sul web è possibile trovare diverse tipologie di marketplace, in base alle proprie esigenze e a quelle del target di riferimento.

Quando parliamo di piattaforme di shopping digitale è bene fare due di distinzioni: la finalità di acquisto e il target di riferimento.

Per finalità di acquisto intendiamo se ci troviamo di fronte ad un sito verticale o orizzontale.

  • Marketplace verticale: ultra specializzato su un solo e unico settore.
    Due esempi chiave: Zalando [Abbigliamento] ed Etsy [Artigianato];
  • Marketplace orizzontale: usato come un aggregatore di categorie varie, come nel caso di Amazon.

Una seconda misura d’analisi è il target di riferimento:

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  • Mercato B2B: alcuni marketplace hanno come target di riferimento le aziende.
     
    Il marketplace leader nella trattativa con questo target è AliBaba;
  • Mercato B2C: buona parte di queste piattaforme sono specializzate nel commercio con i consumer. Il primo marketplace basato sul mercato B2C è Amazon;
  • Mercato C2C: alcuni siti mettono in contatto i privati per facilitare la vendita, come nel caso di Ebay;
  • Mercati Ibridi [B2B, B2C, C2C]: un classico esempio di marketplace a 360° che soddisfa ogni tipologia di consumatore è Ebay.

Analisi degli aspetti positivi e negativi del Marketplace

Online è possibile trovare il marketplace perfetto in base alle proprie esigenze.

Nonostante questa premessa, non è raro trovare imprenditori o semplici curiosi chiedersi “E’ vantaggioso aprire uno shop su queste piattaforme?”

La risposta semplice è “dipende.”

Per avere una visione completa e neutrale, affrontiamo per prima cosa i vantaggi offerti da questi siti agli imprenditori.

  • Forte posizionamento sulla SERP;
  • Consultazione giornaliera da migliaia di utenti;
  • Autorevoli ed affidabili – specie agli occhi dei consumatori;
  • Assumono il ruolo di motore di ricerca.

Parlando di aspetti negativi troviamo:

  • Costi: abbonamenti, fees, advertising;
  • Concorrenza diretta: entrambi i marketplaces – orizzontali e verticali – sono aggregatori di prodotti di diverse aziende, dunque lo scontro è sui prodotti, non sulle aziende;
  • Spesso i dati non sono disponibili: email, tracciamento con Analytics;
  • Il retargeting è un lusso non disponibile.

Quando scegliere il marketplace

I marketplace sono una delle tante soluzioni per entrare in affari con i prospects nel mercato digitale.

Quando sceglierli come touchpoint dunque?

Come punto di partenza colloco l’espansione a livello internazionale dal momento che i marketplace favoriscono la vendita al di fuori dei confini nazionali.

Per esempio, aprendo uno shop su Amazon, la piattaforma permette all’imprenditore di vendere anche ai vari siti esteri.

Per un imprenditore questo vuol dire entrare in contatto con diversi clienti, difficilmente raggiungibili con un ecommerce [specie quando il budget è limitato è non si hanno fondi per investire in siti multilingua posizionabili con la SEO e nell’advertising.]

Il marketplace è un ottimo testing iniziale per monitorare la risposta del pubblico estero.

Un secondo caso in cui vale la pena investire in questi siti di shopping è quando le nicchie sono vive e redditizie.

Nel caso di imprenditori che vendono prodotti artigianali e verticali, Etsy potrebbe giocare un ruolo cruciale per intercettare nuovi prospect.

Da leggere: Amazon advertising: guida per generare brand awareness e conversioni

Ecommerce: cosa sono, costi e vantaggi

Gli ecommerce sono siti proprietari in cui l’azienda ha il diretto controllo sui prodotti, i pagamenti ed i dati.

A differenza di quanto si possa pensare, anche gli ecommerce sono soggetti alla concorrenza – diretta ed indiretta – dal momento che per raggiungere clienti bisogna lavorare su due fronti:

  • Organico, grazie alla SEO – Dispendioso in termini economici, di forza lavoro e di tempo;
  • Advertising, grazie alle Ads sui social sul motore di ricerca – Oneroso in termini di budget per scalare e raggiungere più persone.

Oltre ad essere ideale per chi ha già un business maturo,  l’ecommerce può essere l’ideale per chi non vuole investire in spazi fisici ma vuole vendere i prodotti direttamente ad un audience online.

Da leggere: E-commerce: guida completa per i principianti

Analisi degli aspetti positivi e negativi dell’Ecommerce

L’ecommerce si presenta come una delle soluzioni per estendere la vendita nel mondo digitale.

Fra i vantaggi che questa opzione offre troviamo:

  • Disponibilità dei dati: tracciamento con Analytics, Pixel di Facebook, dati clienti;
  • Retargeting ads: utili quando gli utenti non concludono l’acquisto e abbandonano il sito;
  • Personalizzazione: qui entra in gioco il fattore user experience. Un sito funzionale e ben organizzato evita al prospect di sentirsi confusi.

Gli ecommerce, oltre ad essere incentrati sul prodotto e sul cliente, sono condizionati da ingenti costi di avviamento e manutenzione.

Analizziamo gli svantaggi:

  • Costi: costruire un ecommerce non è economico;
  • Fare branding richiede anni ed investimenti, anche se questo fattore è secondario;
  • Budget consistente;
  • E’ necessario avere chiari i propri obiettivi a medio – lungo termine.

I costi dell’ecommerce

Un ecommerce strategico e funzionale richiede un investimento economico e di figure professionali.

Innanzitutto, bisogna investire in professionisti qualificati e competenti:

  • SEO;
  • Advertising;
  • Copy;
  • Immagini e grafiche;
  • Email writer;
  • Assistenza clienti.

Una volta calcolati i costi del personale, è bene parlare delle risorse economiche necessarie per avviare il progetto imprenditoriale.

1 – Costi di realizzazione: L’ecommerce strategico ha bisogno di specialisti informatici che sappiano dargli forma e posizionare gli elementi di marketing nei giusti posti [Optin, Freebie, Coupon, testimonianze, Immagini].

2 – Costi di marketing: SEO, Advertising, Blogging, social media, email.

3 – Budget Informatico: per fronteggiare i vari costi relativi ai problemi tecnici, gestire al meglio i pagamenti digitali dei clienti, per creare il sito tramite CMS.

4 – Costi extra: CRM, Email marketing automation.

Da leggere: SEO per e-commerce: 4 cose fondamentali da sapere

Quando scegliere l’ecommerce

L’ecommerce si rivela la scelta ideale per chi ha un business autorevole e ben noto a livello offline, dal momento che potrebbe facilitare il raggiungimento di un alto margine di guadagno.

Oltre all’autorevolezza del brand – opinabile o meno – un secondo fattore cruciale riguarda gli obiettivi che l’imprenditore ha per il futuro.

Come abbiamo visto, aprire un ecommerce comporta costi elevati e costanti, dunque la spesa – per essere sostenibile – necessita di essere affiancata da obiettivi raggiungibili a medio – lungo termine.

Ecommerce vs Marketplace: conclusione

Il web offre soluzioni variegate ed altamente personalizzabili per avviare un business online.

Ecommerce e marketplace comportano costi elevati, anche se in ambiti diversi. Ognuna delle due soluzioni può apportare benefici e svantaggi dal momento in cui non esiste una soluzione definitiva.

La soluzione ideale deriva dall’analisi, dal testing e dal mindset imprenditoriale.

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