Perché investire nell’inbound marketing?

Perché investire nell'inbound marketing?
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Questo articolo nasce da una domanda precisa: come convincere un superiore a investire nell’inbound marketing? D’altro canto la questione è legittima, parli spesso di questa strategia ma non delle argomentazioni per abbracciare prospettiva. E per dare all’imprenditore gli strumenti giusti.

Sei immerso in questa realtà ogni giorno: punti sulla forza dei contenuti, della SEO e del social media marketing per intercettare contatti. Ma spesso non riesci a trasmettere la forza di questo processo al proprietario dell’azienda, al capo, all’imprenditore, a chi deve prendere decisioni.

Il libro di Jacopo (inboundmarketing.studiosamo.it) aiuta a divulgare il verbo. Nella mia esperienza, però, ho scoperto che ci sono dei punti chiari per mettere in evidenza i vantaggi di questo mondo. Allora, perché un’azienda dovrebbe investire nell’inbound marketing?

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È alleato del pubblico

Questa è la grande rivoluzione dell’inbound marketing, ed è questa la sfumatura che propongo sempre a gran voce. Con queste metodologie esci dalla logica pubblicitaria che spinge messaggi non pertinenti verso un individuo sempre più disinteressato allo spot invadente, al banner non previsto, al video che non è stato richiesto.

Il principio è semplice: fare in modo che le persone ti trovino attraverso gli strumenti del social media marketing e dell’ottimizzazione SEO. Senza dimenticare che tutto questo si integra con altri strumenti che appartengono alla pubblicità: fare inbound marketing non vuol dire ignorare Adwords o Facebook Advertising. Riprendo un articolo di Jacopo Matteuzzi:

“La verità è che SEO e PPC hanno esattamente lo stesso obiettivo: fornire agli utenti del motore di ricerca le informazioni che stanno cercando, nel momento esatto in cui le stanno cercando”.

Una strategia basata sui contenuti ha bisogno di creare qualità non solo attraverso i testi. Puoi comunicare con il blog – che resta la punta di diamante – con i video e con le immagini.

Magari con i webinar, perché no. In ogni caso hai bisogno della distribuzione. Per fare questo c’è la SEO, ci sono i social, c’è l’advertising. Ma alla base riposa lo stesso approccio: fare in modo che siano i potenziali clienti a sceglierti nel momento in cui ne hanno bisogno.

Da leggere: quali sono i migliori SEO tool per scrivere meglio?

L’inbound marketing è completo

Questo è un altro vantaggio quando lavori al sales funnel di un’azienda. Il percorso spinge lo sconosciuto verso le tue pagine più importanti attraverso un lavoro di blogging, e poi le landing page trasformano il lettore in lead. Il flusso si definisce perfettamente con quest’immagine.

funnel web marketing

Cosa succede alla fine? C’è la vendita, ma c’è un ulteriore passaggio: l’inbound marketing si preoccupa di trasformare l’acquirente in fan, e di fidelizzarlo dopo aver acquistato il bene o il servizio. Attraverso un buon uso della newsletter, dei social network e del blog il contatto è sempre “nutrito” grazie a contenuti pensati per soddisfare diverse esigenze.

In questo modo l’utente diventa un portavoce della tua realtà, un influencer naturale che condivide i tuoi contenuti e permette ad altri customer di scoprire il tuo mondo. L’inbound marketing, quindi, non si ferma alla vendita: affronta tutti i passaggi e ti accompagna in ogni fase del processo.

Non teme Adblock o banner blindness

Sai di cosa sto parlando, vero? L’Adblock è una tecnologia inarrestabile, le persone sono stanche di fare lo slalom tra le pubblicità che invadono le pagine web. E usano quest’applicazione per fermare i banner che rovinano l’esperienza utente. Ecco la differenza: l’inbound marketing basa tutto sulla qualità, sul creare valore per attirare interesse.

I contenuti sono a prova di Adblock, non possono essere frenati dalle applicazioni. Ancora un vantaggio? L’inbound marketing non teme la banner blindness perché è proprio questo il punto: il gancio che ti collega con il pubblico non è la pubblicità ma l’interesse che ha spinto l’utente a cercare il contenuto.

C’è un altro punto da considerare: gran parte dei vantaggi espressi dall’inbound marketing sono misurabili. Attraverso Google Analytics puoi valutare il traffico del sito e definire gli obiettivi per capire se la tua attività sta andando a buon fine. Forse in questi casi può essere utile un buon corso di web analytics.

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L’inbound marketing è flessibile

Partiamo da un presupposto: non esiste una ricetta buona per tutti, non c’è una mappa già scritta. Ci sono PMI che trovano vantaggi eclatanti nel lavoro di blogging, altre preferiscono Facebook Advertising.

Dipende dalle circostanze. In ogni caso l’inbound marketing è flessibile, si adatta a diverse realtà. Può essere utile per il freelance che decide di guadagnare online e di trovare nuovi clienti con un blog personale. Ma può essere decisivo per l’ecommerce dedicato alle scarpe da ginnastica.

Perché investire nell'inbound marketing?

Lo snodo decisivo è questo: fare in modo che siano i clienti a raggiungere te e non viceversa. Poi scegli gli strumenti che preferisci, quelli che si adattano alle tue esigenze e alla situazione che ti circonda. Come puoi capire da questo grafico di Moz, nella sfera inbound non c’è solo il blog ma strumenti differenti come l’influencer marketing e le digital PR.

Non è vincolante e costa meno

L’inbound marketing non chiude le porte a tutto ciò che si contrappone alla sua logica. Puoi gestire una campagna classica, magari con un media tradizionale, e al tempo stesso creare contenuti da distribuire in modi e tempi differenti.

Inoltre l’inbound marketing è più economico dell’outbound. Come sottolinea Jacopo, l’inbound marketing non è gratis ma uno dei suoi vantaggi maggiori è che costa molto meno. Soprattutto perché eviti canali tradizionali come i quotidiani e la televisione. La frase di Guy Kawasaki è emblematica:

“If you have more money than brains, you should focus on outbound marketing. If you have more brains than money, you should focus on inbound marketing”.

Questo non significa che puoi fare inbound marketing a costo zero, anzi. Il blog lo puoi creare con un CMS gratuito ma una strategia SEO ha il suo costo. Così come il lavoro del blogger. Ma in proporzione, con determinate condizioni, i vantaggi che puoi cogliere grazie a una campagna inbound sono decisivi.

Crea valore nel tempo

L’inbound marketing non perde valore nel tempo, ma crea un circolo virtuoso che ti consente di fissare obiettivi stabili. Ecco il caso più semplice: hai inaugurato un blog per indirizzare click verso una landing page dedicata alla vendita.

Di conseguenza hai iniziato a lavorare sulle ricerche informative, proprio come suggerisce Ivan Cutolo nel video, e hai creato valore con i tuoi contenuti. Una buona analisi SEO ti ha permesso di definire un calendario editoriale ricco di titoli che rispondono a domande precise. Sai qual è la grande soddisfazione? Le persone arrivano sul tuo blog e raggiungono le pagine utili.

Stai trasformando i lettori in clienti. Nel frattempo, però, gli articoli rimangono online e intercettano traffico. Anche se queste visite non convertono il tuo brand viene conosciuto, conquisti un pubblico sempre più numeroso. Una buona attività di blogging può fare brand awareness, aumentare i follower di Twitter e della pagina Facebook, portare nuovi iscritti alla newsletter. Ogni attività di questo processo può essere il punto di partenza per diversi obiettivi secondari.

Da leggere: tutti gli articoli dedicati all’inbound marketing

Investire nell’inbound marketing: hai altri motivi?

Come convincere a investire nell’inbound marketing? Io ho le mie leve: ti avvicini al pubblico, crei valore, eviti le trappole della banner blindness, l’Adblock non ti riguarda, costa meno (ma non è gratis). Tu vuoi aggiungere qualcosa? Come hai convinto i tuoi superiori? Lascia la tua esperienza nei commenti.

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