SEO On Page: i principali fattori SEO sulle pagine

Con Search Engine Optimization OnPage (SEO OnPage) si intendono tutte quelle attività volte ad ottimizzare le pagine di un sito per il motore di ricerca. In questo articolo affronteremo gli step più importanti per l’ottimizzazione di una pagina web.
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Con Search Engine Optimization OnPage (SEO On Page) si intendono tutte quelle attività volte ad ottimizzare le pagine di un sito per il motore di ricerca.

Ma questa è solo una definizione e ci distanzia ancora parecchio nel capire quali siano le azioni da fare per l’ottimizzazione dei nostri contenuti.

In questo articolo affronteremo gli step più importanti per l’ottimizzazione di una pagina web.

Studio Samo Pro Minidegree
  1. Capiremo come sfruttare in modo tattico le query al fine di far rankare i contenuti in SERP.
  2. Impareremo a utilizzare una pagina e il suo contenuto per veicolare traffico e utenti tramite i link interni.
  3. Comprenderemo come rendere il nostro contenuto un contenuto di qualità.

Insomma, capiremo insieme qual è la strategia migliore per poter ottimizzare al meglio il contenuto di una pagina web, in tutta la sua interezza.

Se quindi pensi che questo articolo possa rispondere a domande tipo: “quanto deve essere lungo un testo?”, oppure “quante volte devo ripetere la keyword all’interno del mio contenuto?”, allora ti consiglio di leggere attentamente i prossimi paragrafi; non solo perché non troverai una risposta a queste domande, ma anche e soprattutto perché capirai che sono dubbi che fondano le proprie basi su assunti scorretti.

È un po’ più complesso di come te lo saresti aspettato? Se si hanno chiari gli obiettivi per cui si deve scrivere un contenuto e se si comprendono bene le dinamiche del motore di ricerca, alla fine dei conti diventa tutta una questione di pratica.

Anche la SEO OnPage, come tutte le attività SEO, si basa su un’analisi e una revisione continua: ciò che è giusto oggi, potrebbe non esserlo più domani e viceversa.

Quindi allontaniamo i dubbi e mettiamoci al lavoro!

Cos’è la SEO OnPage?

La SEO OnPage è l’insieme di tecniche di ottimizzazione che impattano sui singoli contenuti di un sito web.

Quando si parla di SEO OnPage non si fa riferimento unicamente a quei fattori di ranking utili a far posizionare il contenuto tra i primi risultati delle SERP di Google, ma anche a tutte quelle attività che si mettono in pratica in ciascuna pagina del sito, al fine di agevolare la navigabilità sia per il crawler sia per l’utente.
Ottimizzare i contenuti è fondamentale per agevolare Google nella comprensione dei topic per cui vogliamo posizionarci e ottimizzare le pagine serve a facilitargli il caricamento e la navigabilità del sito. Ma non solo: è altrettanto fondamentale tenere a mente che i veri lettori di ciò che si scrive sono gli utenti che atterrano sulle pagine web; oltre a seguire tutte le tecniche SEO sarà altrettanto importante offrire contenuti di ottima qualità.

Differenza tra SEO OnPage e SEO OnSite

Prima di approfondire gli aspetti fondamentali della SEO On Page è necessario soffermarsi sulla differenza tra SEO OnPage e SEO OnSite.

C’è chi distingue SEO OnPage e Onsite raggruppandole entrambe nell’insieme della SEO OnPage e mettendole a confronto con la SEO OffPage, intendendo con la prima tutte le tecniche di lavorazione che si applicano a un sito, e con la seconda tutte le azioni che si svolgono al di fuori del sito stesso per il suo supporto. Noi in Studio Samo utilizziamo una distinzione differente:

  • SEO OnSite: le tecniche di lavorazione che impattano globalmente sul sito. Per citarne alcune: la struttura e architettura del sito, i canonical, le breadcrumbs, i permalink e simili;
  • SEO OnPage: le tecniche di lavorazione che impattano sulla singola pagina;
  • SEO OffSite: le tecniche legate a fattori esterni al sito, come ad esempio la link building.

L’ordine con cui sono state elencate queste 3 tecniche di lavorazione non è casuale: se infatti il sito web sul quale stiamo lavorando non possiede una solida e chiara struttura, c’è la possibilità che Google non riesca a comprendere la gerarchia che intercorre tra i contenuti o c’è la possibilità che scansioni e indicizzi delle pagine che non vorremmo fossero nel suo indice. 

Senza queste premesse non possiamo dare per scontato che Google apprezzi incondizionatamente i nostri contenuti facendoli rankare nei primi posti della SERP.

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E qui qualcuno indubbiamente avrà da ridire! Quante volte abbiamo trovato SERP dominate da risultati dalla qualità alquanto discutibile?

Rispondo così: a volte questi siti sono favoriti da un’attività di link building molto aggressiva (magari efficace a breve termine, ma molto rischiosa); a volte Google non ha a disposizione risultati migliori da mostrare; a volte possono sembrarci risultati di scarsa qualità, ma potrebbe non essere così.
Ricordiamoci che Google genera le sue SERP, tra le altre cose, anche sulla base di ciò che noi utenti abbiamo apprezzato: se un utente apprezza quei risultati, Google continuerà a proporli.

E poi c’è tutta la parte di OffSite.

Insomma, dobbiamo tenere a mente che l’ottimizzazione On Page è solo una delle parti che concorrono a raggiungere gli obiettivi organici di un sito web. 

Allo scopo di poter ottimizzare al meglio le pagine di un sito consiglio di leggere i paragrafi successivi, potresti trovare spunti interessanti che ancora non hai approfondito.

I principali fattori di ranking per una pagina web

Stiamo arrivando a trattare i punti “caldi” dell’ottimizzazione OnPage di un contenuto, ma è necessaria una premessa: per poter fare SEO On Page abbiamo bisogno delle query.

Senza un insieme di query non potremmo cominciare a ottimizzare le pagine.

Come si arriva a ottenere un set di query per pagina?
Come già introdotto nei post precedenti, dobbiamo fare una Keyword Research e analizzare il Search Intent: solo dopo un’attenta analisi delle intenzioni di ricerca dell’utente potremo infatti indicizzare correttamente il nostro contenuto e potremo ottimizzarlo al fine di farlo rankare per ogni singola query di interesse.

La dicotomia tra indexing e ranking, infatti, si presenta anche nella SEO On Page. 

Lato indexing, il contenuto viene inserito nell’indice di Google in base alla sua pertinenza con le query contenute nella pagina; lato ranking il contenuto si posiziona in maniera ottimale o meno in relazione a quanto Google lo ritenga rilevante per le stesse query.

In sostanza Google potrebbe indicizzare la pagina in questione per tutte le query per cui l’abbiamo ottimizzata, ma il contenuto potrebbe rankare molto bene solo per alcune delle query al suo interno.

A questo punto serve fare un piccolissimo excursus. 

Se vogliamo ottimizzare OnPage il nostro contenuto, dobbiamo assicurarci che la pagina sia in indice.

Se infatti una pagina non è indicizzabile, non possiamo sperare che ranki all’interno dell’indice di Google. 

Il meta tag robots è quel tag che segnala a tutti i motori di ricerca, Google compreso, come dovrebbero comportarsi riguardo al crawling delle pagine.

I tag content possono essere:

  • all: equivale a “index,follow” e in realtà è un valore di default, quindi non serve usare questa direttiva;
  • noindex: per segnalare ai bot di non indicizzare la pagina;
  • nofollow: per segnalare ai bot di non fare il crawling dei link in pagina e non considerarne il valore trasmesso.

Ora che abbiamo affrontato il tema indexing, vediamo quali sono i principali fattori di ranking, ovvero quegli elementi che più di tutti concorrono a far posizionare il nostro contenuto in maniera ottimale all’interno delle SERP.

Per quanto Google non abbia dichiarato quanti e quali fattori di ranking siano ufficiali, nei prossimi paragrafi troverete gli elementi che, per esperienza, qui in Studio Samo abbiamo appurato possano determinare un migliore o peggiore posizionamento all’interno delle SERP.

Snippet

Lo Snippet è, per definizione, il frammento di una pagina. È composto da Url, Title e Description.

N.B. negli ultimi anni al posto delle url, può capitare che nello Snippet appaiano visibili le breadcrumbs della pagina, ma solo se c’è il dato strutturato BreadcrumbList.

L’Url non è altro che l’indirizzo della pagina, il Title è il titolo e la Description è un riassunto accattivante del topic della pagina che ha lo scopo di “portare” l’utente a compiere un click.

Lo Snippet non solo è uno degli elementi più importanti per l’ottimizzazione On Page, ma è anche fondamentale per portare l’utente a cliccare sul nostro contenuto. Quando infatti da Search Console notiamo una crescita di posizione media, impression e di clic, ma un calo di CTR, potremmo pensare di aggiornare il nostro Snippet e renderlo maggiormente accattivante o esplicativo.

Come ottimizzare uno Snippet? Semplice, utilizzando le query di quella pagina, facendo un merge tra i concetti principali e, ad esempio, selezionando query con un altro volume di ricerca.

Tutto qui? No, come capiremo nel corso di questo articolo ottimizzare una pagina web è un’attività strategica e mai, e dico mai, definitiva.

Intanto, per agevolare la strutturazione dello Snippet ci si può affidare ad alcuni tool di analisi della SEO On Page.

Alcuni di questi, come Google SERP simulator, di Technical SEO, permettono di avere un’anteprima visiva del testo dello Snippet. Quest’ultimo ha un limite di caratteri (o per meglio dire, di pixel): rispettare le dimensioni ci permette di far comparire un testo completo e non “mozzato”.

Per l’analisi SEO OnPage c’è anche la pratica estensione SEO Minion che permette di avere una anteprima dello Snippet all’interno della SERP reale in cui intendiamo rankare.

Heading tag

Gli Heading Tag di una pagina sono un elemento su cui spesso si fa tanta, troppa confusione. Chiariamo quindi alcuni punti fondamentali.

Nella SEO gli Heading Tag sono delle intestazioni, ovvero elementi semantici che contribuiscono a strutturare il contenuto. Non vengono usati per stabilire la grandezza del testo, ma per definire il valore che quella parte di contenuto ha ai fini dell’ottimizzazione OnPage.

Gli Heading Tag vanno dall’H1 all’H6.
Proviamo a dare, per assurdo, un valore ai vari Heading Tag così da capire meglio la gerarchia che intercorre tra di loro: se, ad esempio, l’H1 avesse un valore di ranking 10, l’H2 avrebbe valore 8, l’H3 valore 6 e così via a scalare.

Detto ciò, non bisogna fare un errore spesso commesso, ovvero quello di pensare che sia indispensabile inserire sempre e comunque H2, H3, H4, H5 e H6 all’interno di tutte le pagine. 

Lato SEO, l’unica intestazione che dovrà esserci sempre e in maniera univoca è l’H1: tutto il resto sarà strettamente dipendente dal set di query che abbiamo per poter ottimizzare la nostra pagina.

È l’H1, infatti, ad essere il vero protagonista tra i vari Heading Tag per quanto riguarda il posizionamento di una pagina. È questo elemento, insieme al Title, che più di tutti fa comprendere a Google quale sia il topic principale di una pagina e quindi il suo obiettivo di posizionamento.

Above the fold

Above the fold è la parte più importante di una pagina e raccoglie tutto ciò che viene visualizzato prima di compiere il primo scroll.

Al suo interno devono inserirsi i contenuti più importanti:

  • Il già citato H1;
  • un paragrafo introduttivo che presenti tutte le argomentazioni principali;
  • le query principali di ottimizzazione della pagina;
  • eventuali link interni a correlate (di link interni ne parliamo tra un po’!);
  • Table of Content.

Quest’ultima è l’indice dei contenuti di una pagina e ha lo scopo di dare una panoramica di tutti i paragrafi affrontati nel contenuto, utile sia per l’utente, sia per il crawler. È grazie alla Table of Content che potremmo arricchire lo Snippet con i richiestissimi Jump to link.

Ottimizzazione dei media

Non a caso in questi paragrafi ho parlato di pagina o di contenuto e non mi sono mai limitata a parlare di testo. 

Il contenuto da ottimizzare all’interno di una pagina è infatti l’insieme di testo e media. 

In quanto tali, anche immagini e video andranno quindi ottimizzati. Dall’oggetto dell’immagine/video, al file name, fino all’alt-tag: sono tanti gli elementi a cui bisogna prestare attenzione. 

Ricordiamoci che Google ha molteplici SERP e ottimizzando bene anche i media potremmo ottenere quei click e impression che non riusciamo a raggiungere con il contenuto testuale.

Fili, trame e tessuti della Seo On Page

In questi ultimi paragrafi abbiamo cominciato a snocciolare quelli che sono i maggiori fattori di ranking, ma l’ottimizzazione OnPage, come anticipavamo precedentemente, non è fatta solo di questo.

Dobbiamo infatti tenere a mente che la pagina che stiamo ottimizzando si inserisce all’interno della fitta trama di pagine che compongono un sito.
Il contenuto che abbiamo in mano non è svincolato da tutto il resto e deve quindi contribuire a intessere quei fili utili a dar vita al nostro tessuto.

Fili, trame, tessuti…stiamo parlando di link.

I link sono il mezzo tramite cui il crawler naviga tra le pagine web, sono quindi indispensabili da un punto di vista funzionale: permettono a Google di navigare le pagine del nostro sito senza interruzioni.
I link hanno anche un valore quantitativo e qualitativo: quantitativo perché la pagina A che linka la pagina B le sta attribuendo un punteggio numerico; qualitativo perché l’anchor con cui la pagina A linka la pagina B indica che la pagina B è ottimizzata per quella specifica query.

Non è tutto: i link sono fondamentali per traghettare l’utente verso contenuti di nostro interesse – mi immagino, ad esempio, un articolo di blog che può linkare una pagina di servizio o una scheda prodotto del nostro e-commerce – e possono essere utili anche per condurre l’utente verso fonti o informazioni utili ad approfondire ciò che sta leggendo.

Perché sì, l’utente è un altro degli attori principali che entra in gioco quando si parla di SEO OnPage.

L’importanza dell’utente

Quando si parla dell’importanza dell’utente nella SEO On Page si fa riferimento a un singolo elemento: l’esperienza positiva dell’utente sul nostro sito. 

L’esperienza dell’utente, tuttavia, si articola in molteplici aspetti. 

Il primo è sicuramente quello più tecnico: avrai già sentito parlare dei CWV (Core Web Vitals). Oltre ad essere un fattore di ranking, sono quei valori che, se ottimizzati, possono garantire all’utente un’esperienza di navigazione ottimale sul nostro sito.

E poi ci sono aspetti meno tecnici, ma altrettanto importanti, che garantiscono una permanenza dell’utente sul sito che sia soddisfacente. 

Qui, ad esempio, entrano in ballo i caratteri speciali: se in passato ricoprivano un ruolo decisivo nell’influenzare il ranking di una pagina, ad oggi questi tag non sembrano avere lo stesso peso.

Tuttavia, i vari bold/strong, i/em e u possono essere utilizzati per aiutare l’utente nella lettura rapida del nostro testo. Infatti gli utenti sul web sono portati a scansionare, più che a leggere il testo e utilizzare i caratteri speciali può facilitare la lettura.

Ciò che tuttavia garantisce una buona esperienza dell’utente sulla nostra pagina è sicuramente la qualità del contenuto.

Negli ultimi tempi Google ha incrementato vertiginosamente il numero di aggiornamenti algoritmici volti a garantire un’ottima qualità dei contenuti presenti sul web. 

Ma, vi starete chiedendo, come si determina la qualità? Per dirla in termini semplici, ecco alcuni elementi a cui Google presta particolare attenzione:

  • le fonti (l’affidabilità). Google cerca di assicurarsi che un contenuto possa essere considerato affidabile per il topic per cui ci si vuole posizionare;
  • l’originalità (la competenza). I contenuti non devono essere duplicati da altri siti;
  • la pertinenza. I testi devono essere in target con ciò di cui parla l’intero sito web.  
  • l’utilità. Gli ultimissimi update di Google rimarcano l’importanza di scrivere contenuti per gli utenti e non per il posizionamento sui motori di ricerca. 

È chiaro adesso perché non si può parlare di quanto debba essere lungo un testo? 

Non solo la lunghezza è prettamente legata alla varietà di query con cui dobbiamo ottimizzare la nostra pagina, ma dipende fortemente da quante informazioni utili possiamo effettivamente dare al nostro lettore.

Scrivere tanto testo, ma che sia sempre la ripetizione di se stesso non ci aiuterà a far rankare meglio la pagina.

Cosa possiamo portarci a casa da questo articolo?

Sicuramente che ottimizzare una pagina web è un processo articolato, ma che possiamo gestire agilmente avendo chiari gli obiettivi del nostro sito, conoscendo il nostro target e apprendendo le tecniche di base previste dal motore di ricerca. 

Abbiamo puntato una lente di ingrandimento sugli aspetti fondamentali per poter far rankare la pagina all’interno delle SERP, ma abbiamo anche compreso meglio in quale punto della trama di un sito web si collocano questi elementi e come si influenzano a vicenda.

Ora possiamo affrontare le SERP di Google con maggiore consapevolezza!

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L'autore di questo post

Ilaria Nardinocchi
Ilaria Nardinocchi

SEO Specialist

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