Aumenta i retweet dei tuoi articoli

twitter
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Hai scritto un articolo. Hai scritto un grande articolo. Hai curato tutti i dettagli: ottimizzazione SEO, scrittura, leggibilità, immagini e video. Hai scelto tutto con la massima attenzione. Hai anche definito con cura tag title e description per creare un’ottima experience per gli utenti che ti trovano nella serp o sui social.

Insomma, hai definito tutti i punti per creare un post di successo.

Adesso devi spingere il tuo contenuto. Devi distribuirlo nel miglior modo possibile, soprattutto sui social. Basta ripubblicarlo, giusto? Basta mettere un link nella pagina o sul profilo che vuoi sfruttare e premere invio.

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Questa è l’opinione più diffusa. Invece hai bisogno di ottimizzare i passaggi, hai bisogno di una strategia efficace per aumentare le condivisioni. Ecco, questo è l’obiettivo genera: più condivisioni mirate, più visite utili, più occasioni di incrociare persone utili ai tuoi obiettivi. E oggi voglio concentrarmi su Twitter.

La domanda è semplice: come aumentare i retweet? Provo a dare una risposta.

Scegli gli hashtag

Lo sai che gli hashtag possono aiutare le condivisioni su Twitter? Secondo uno studio condotto da Buddy Media, il giusto numero di hashtag può influenzare il comportamento dei tuoi follower. In particolar modo i tweet con gli hashtag possono vantare un engagement due volte superiore rispetto alla media.

hashtag

Uno o due hashtag? Perfetto, numero ideale. In questo caso i tweet raggiungono il 21% in più rispetto a chi presenta un numero maggiore di parole precedute dal cancelletto. Questi numeri sono da relativizzare e interpretare, in ogni caso il messaggio è chiaro: un buon uso degli hashtag aiuta a contestualizzare un messaggio. Ma esagerare è inutile.

Per approfondire: come aumentare i follower di Twitter.

Usa i pulsanti social

Ma quelli giusti. Quelli che ti permettono di condividere un contenuto senza chiedere permessi o approvazioni di app. Il processo deve essere semplice e lineare, ma deve anche invitare al retweet. Come? Con l’uso del counter, dei numeri. Il riferimento delle persone che già hanno condiviso un contenuto sfrutta il principio della riprova sociale, e invita l’utente a seguire la massa. Posiziona i pulsanti con cura, rendili visibili e fa’ in modo che siano semplici da usare. E non ti dimenticare delle condivisioni del dark social.

Inserisci le immagini

Le persone amano le immagini, rispondono agli stimoli visivi. Poi le statistiche parlano chiaro: i tweet con le immagini funzionano meglio, e hanno maggiori opportunità di essere condivise. Guarda le statistiche registrate da Dan Zarrella:retweet

Le immagini sono efficaci su Twitter. Io preferisco inserire un visual capace di anticipare il contenuto dell’articolo. Magari con una headline in contrasto sull’immagine. Di solito uso Canva per creare uno sfondo scuro ma sfumato, e inserisco il titolo del post modificato.

A proposito di contenuti visual: attiva la preview dei link attraverso il plugin WordPress SEO di Yoast. In questo modo puoi avere un’anticipazione del link condiviso con la foto che hai inserito nel post. Puoi scegliere tra preview grande o piccola: io preferisco la prima, soprattutto quando uso un visual degno di nota.

Fare formazione: video corso per imparare a usare Canva di Samo Academy.

La lunghezza ideale

Quanto deve essere lungo un tweet? Le opinioni sono nette, e oscillano tra le 70 e le 100 battute: “Tweets that contain less than 100 characters receive 17% higher engagement than longer Tweets”. In questo modo permetti anche agli utenti di retweettare con il tasto ufficiale senza andare oltre le 140 battute quando si aggiunge anche il RT @nomeutente.

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Usa Click to Tweet

C’è un plugin molto utile per aumentare i retweet di un contenuto: Click to tweet. Un box che ti permette di mettere in evidenza una frase o una citazione. Il riquadro è cliccabile: appena il mouse esegue il click si apre la finestra di Twitter con il titolo del post e il link. Poi basta un attimo per ripubblicare il contenuto sulla propria bacheca Twitter.

postaboutit

Una soluzione differente arriva da Postabout.it. In questo caso sei tu a creare il messaggio da retweettare, e il programma ti restituisce solo un tweet che puoi usare come un qualsiasi link. Ecco un esempio chiaro di come lo puoi utilizzare:

Come puoi ben vedere dall’immagine e dal link in evidenza il processo è molto semplice. Crei il tuo messaggio, ottieni il link e mandi il tweet. Adesso devi solo sperare che le persone clicchino sul link (molto dipende anche da cosa stai invitando a cliccare). Attenzione, non esagerare: rischi di trasformare il tuo articolo in un campo minato.

Per approfondire: tutto quello che devi sapere per iniziare a usare Hootsuite.

Ma funziona anche il Please RT?

Uno dei grandi misteri del social media marketing. Nella maggior parte dei grandi articoli d’oltreoceano c’è una regola: chiedi di retweettare e sarai accontentato. Il famoso “Please Retweet” è uno dei cavalli di battaglia di chi affronta l’argomento SMM, ma solo sui blog anglosassoni. Ci sono ricerche che lo dichiarano senza mezzi termini: “Your tweets have a 12x higher chance of being retweeted if you ask for it, and 23x higher if you actually spell out the word retweet”

twitter

Io non sono d’accordo con questo punto di vista. Forse è colpa della nostra cultura, del nostro modo di intendere la comunicazione. Forse negli stati uniti il concetto di marketing è differente dal nostro, ed è accettato un messaggio che invita a un’azione così netta: condividi, sostieni la mia causa. Anche se è commerciale.

Io lo eviterei, almeno in Italia. Non siamo abituati a questo tipo di comunicazione, la maggior parte dei follower leggerebbe questo invito come un elemosinare tweet. Certo, le call to action funzionano e hanno un gran seguito nel mondo del blogging e del social media marketing. Ma soprattutto per il coinvolgimento nei commenti: lascia un commento, lascia la tua opinione, costruiamo insieme il sapere.

Per il retweet siamo ancora legati al politically correct. Secondo te è giusto?

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4 risposte

  1. Bell’articolo, ma triste il fatto che gli italiani vedano nella richiesta esplicita di qualcosa un segnale di bisognosità. È tristissimo perché è la cultura dell’apparenza. Apparire forti, non needy. Apparire appunto.. Ostentare. L’unica cosa che conta in una nazione a cui invece gioverebbe molto la lettura di saggi impegnati.

    1. Ciao Gianluigi,

      Dipende. Per me non è un apparire forte ma un non essere petulante. Meglio attirare l’attenzione del lettore con contenuti di buona fattura, coltivare il contatto nel tempo… non credi?

  2. Articolo molto interessante che sto cercando dimettere in pratica sul mio blog Wp di turismo weekend e tempo libero “specialeweekend.com”. Volevo però chiedervi se conoscete un sistema per ottimizzare le condivisioni da piattaforma Magento. Al momento utilizzo il codice di AddThis ma rallenta moltissimo e non è dei più versatili per le condivisioni. Grazie Fabio

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