La web reputation può essere uno dei punti essenziali per il lavoro che svolgi. Non sei d’accordo? Va bene. Ma guai a chi pensa di non dover curare tutto ciò che riguarda l’idea che gli altri hanno della propria attività online, di ciò che fa grazie al proprio lavoro quotidiano.
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ToggleQuando si parla di reputazione online, infatti, molte aziende e imprenditori pensano di poter ignorare tutto ciò che riguarda l’approccio professionale, scientifico. Basta fare bene il proprio lavoro, il brand si costruisce da solo. Non è così, o meglio: la base di partenza è questa.
Però non basta essere lineari con la propria idea. Anche l’inbound marketing ti guida in questa direzione: dopo la vendita c’è la fase che ti consente di coccolare e prenderti cura della tua audience. Che si trasforma in community di ambassador, la base della tua reputazione digitale.
Cos’è la web reputation: definizione
Con questo termine si intende l’opinione che viene costruita, attraverso la rete, rispetto a un brand. Che può essere la marca che fa capo a un’azienda o il nome di un libero professionista. La web reputation è una funzione che contempla diverse linee da seguire e contemplare. Obiettivo?
Comprendere l’opinione che il pubblico ha di un bene o un servizio per prendere decisioni strategiche e agire in modo da influenzare al meglio. Mentre altre attività che fanno parte della tua strategia di web marketing possono essere collegate a conversioni immediate e dirette.
Ma soprattutto misurabili, pensa all’impegno di Facebook ADV. Con le mansioni di web reputation crei un percorso nel lungo periodo per fare in modo che ci sia una corrispondenza immediata e rapida tra il tuo brand e determinati valori. Come si gestisce questo passaggio così delicato?
Da leggere: costruire la tua community su Facebook per il tuo brand
La buona gestione della reputazione online
Fondo di partenza per gestire la web reputation: partire da una base solida che, nella maggior parte dei casi, si traduce in un prodotto o servizio qualitativamente ineccepibile. D’altro canto non esiste strategia o tecnica di web marketing per nascondere una mancanza su questo punto.
È proprio così, non temere. In realtà può esserci il problema opposto: la qualità c’è ma non emerge. Il social web permette agli utenti di moltiplicare le occasioni del pubblico di lasciare la propria opinione online. Però il brand non lavora nella direzione giusta. E questo significa ignorare:
- Messaggi positivi.
- Critiche e lamentele.
- Opinioni e idee.
La gestione della reputazione online si divide in passaggi chiave che non possono essere ignorati. Tra questi trovi sicuramente la capacità di sminare possibili fasi critiche ed esaltare i messaggi virtuosi che vengono lasciati alla tua attenzione, magari senza tirarti direttamente in ballo.
Come valutare e misurare la web reputation
La sfida che viene posta è semplice: capire qual è il tenore dei post lasciati online. Per avere un criterio di valutazione e un metro di misura degli interventi da svolgere devi prima monitorare la situazione e avere un documento capace di riassumere tutte le menzioni pubbliche.
Questo è un aspetto chiave perché solo se hai una misura dell’attività puoi prendere delle decisioni. Il social media listening per monitorare il brand è un impiego che però deve essere assistita da altri strumenti per aggiungere i risultati che si incrociano sui motori di ricerca.
Ricerche interne
I primi strumenti necessari per fare una valutazione della web reputation si trovano in ogni piattaforma social e sui motori di ricerca. Sto parlando delle ricerche che consentono di fare analisi dei risultati. Da Twitter a Facebook, per arrivare allo stesso Google: basta digitare il tuo brand nel campo delle query per avere risposte utili rispetto a cosa pensano le persone del tuo operato.
Il vero dilemma di questo modello: puoi ottenere risultati solo grazie alla tua interrogazione. Altri strumenti, come quelli che trovi nei prossimi paragrafi, ti danno la possibilità di sapere in tempo reale cosa pensano le persone rispetto al brand.
Hootsuite e Tweetdeck
Questi tool sono importanti per avere una misura chiara di ciò che succede su Twitter intorno al tuo brand. Puoi impostare dei filtri ricerca che riguardano le menzioni o determinate parole chiave.
Il vantaggio? Puoi seguire gli aggiornamenti che menzionano il tuo nome utente, ma anche il dominio o l’URL del sito con errori o lettere in più/meno. In questo modo, grazie a Hootsuite e Tweetdeck, il monitoraggio del brand può abbracciare anche eventuali problemi di digitazione.
Google Alert e Mention
Due realtà interessanti per una web reputation seria. Con Google Alert hai un tracciamento dei risultati web relativi al tuo brand o alle parole che ti interessano. Mention offre qualcosa di simile ma con una maggior precisione e l’integrazione di tutti i risultati social pubblicati senza restrizioni.
In realtà Mention è gratis ma solo fino a un certo punto: per i lavori professionali pretende dei profili PRO. Però ha due vantaggi reali per la gestione della web reputation: può smistare le varie citazioni ai componenti del team con una valutazione rispetto al tipo di intervento da attuare.
Puoi prevedere un lavoro specifico in caso di critica o di congratulazioni. Mention è molto preciso e riesce a rintracciare menzioni quasi ovunque, anche nei forum e su Instagram. Per quest’ultimo social puoi tentare di raffinare i risultati con Tagboard, altro tool di monitoring a pagamento.
SEO e reputazione online: quale rapporto?
Ci sono scenari differenti che abbracciano web reputation e ottimizzazione per i motori di ricerca. Uno di questi riguarda la tutela del proprio nome attraverso la serp dei risultati.
I potenziali clienti cercano il tuo marchio su Google e ricevono una pagina con 10 snippet: tu devi essere in grado di offrire la migliore selezione possibile. Il tutto per guidare il click.
Il primo risultato offerto dovrebbe essere sempre il sito web ufficiale, con meta tag curati alla perfezione per informare gli utenti. Ricorda, in particolar modo, di inserire tag title e meta description in grado di far capire subito chi sei e cosa fai. Ma come puoi occupare gli altri slot?
- Progetti web secondari.
- Guest post e native advertising.
- Profili social.
- Siti per recensioni.
Molte aziende, ad esempio, per occupare aree utili della serp si iscrivono a servizi come Trustpilot che si posizionano bene con le query “recensione + brand” o varianti simili.
Una delle attività per proteggere la reputazione riguarda la capacità di intercettare le query navigazionali, quelle che contengono il nome brand nelle keyword, e creare delle pagine adeguate.
Da leggere: l’inbound marketing fa parte del brand
Stai lavorando sulla reputazione digitale?
Spero di sì. Oggi è impossibile gestire un’attività online ignorando tutto ciò che si muove sotto il concetto di web reputation, un valore che non puoi acquistare ma costruire nel tempo.
In effetti la reputazione digitale è proprio questo: uno dei pochi beni rimasti in circolazione che non può essere influenzato se alla base non c’è la qualità del prodotto o del servizio. Sei d’accordo? Lascia la tua opinione nei commenti, affrontiamo insieme questo tema.