Vuoi fare il blogger? Ecco 7 errori da evitare come la peste

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Ogni professione ha i suoi lati positivi e negativi, ma anche degli errori da evitare come la peste se non vuoi ritrovarti in condizioni poco piacevoli. Pensa al blogger, a chi si avvicina a questa professione partendo da una realtà amatoriale. In questo caso tutto ti è concesso.

Puoi sporcarti le mani e muoverti in ogni direzione. All’improvviso, però, hai bisogno di una marcia in più. Decidi di trasformare la tua passione per la scrittura online in una professione. Sarebbe interessante, vero? Si può fare ma gli errori che hai commesso in gioventù ti perseguitano.

Te lo posso assicurare, guarda. Se non altro perché io ho fatto mosse sbagliate prima di iniziare a fare sul serio. Vuoi evitare la trafila di errori e iniziare con un vantaggio in più? Scelta saggia, ecco 7 errori da evitare per lavorare bene nel mondo del blogging.

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Aprire un blog con piattaforme gratis

Ben inteso, non ho nulla contro WordPress.com o soluzioni simili. Ti danno la possibilità di aprire un blog in 5 minuti. Anzi, meno. Però poi non hai la possibilità di migliorarlo e di applicare delle modifiche sostanziali per raggiungere obiettivi differenti. Ad esempio non puoi lavorare su una buona ottimizzazione SEO, mancano una serie di opzioni per personalizzare l’estetica.

Insomma, non sei proprietario del tuo sito. E le funzioni extra (tipo il dominio di secondo livello) hanno un bel costo. Quindi, perché non attivarsi con un hosting proprietario e un blog indipendente? Primo errore da evitare: pensare che gratis sia sinonimo di convenienza.

Da leggere: come scegliere l’hosting del tuo blog

Non curare il nome dominio del blog

Ti ho convinto ad aprire un blog indipendente. Quindi acquisti tutto ciò che ti serve dal provider. Anche un dominio. Poi la fretta di iniziare fa il resto: scegli un indirizzo che non ti rappresenta. O magari difficile da pronunciare, troppo lungo, impossibile da stampare nella mente dei lettori.

Opzione peggiore: c’è un errore di battitura. Il nome dominio è una delle sfumature più importanti, ti accompagnerà sempre e sarà difficile da modificare in corso d’opera: investi tutto il tempo del mondo per capire qual è la soluzione migliore per il tuo progetto, non avere fretta.

Scegliere argomento troppo verticale

Non è un passaggio facile da definire. All’inizio della tua avventura come blogger non ci fai caso. Segui solo la passione. Però devi sempre valutare la prospettiva futura del tuo progetto editoriale. Detto in altre parole, il blog avrà una vita tra 6 mesi? E tra un anno? O magari un lustro?

Domande complesse, però te le devi fare. Ci sono argomenti ristretti che rischiano di esaurirsi dopo poche settimane di pubblicazioni furiose. Prima di aprire un blog e dedicarlo a una micro-nicchia assicurati che trend, volumi di ricerca e discussioni nelle community siano a tuo favore.

Scrivere solo per i motori di ricerca

Ovvero per Google, l’unico signore e padrone del web. Non ti mentirò: avere i favori di quest’entità è importante. Quindi puoi rispettare il principi del SEO copywriting, che poi si riducono ad avere buon senso in fase di stesura del post.

Alla base c’è un lavoro di ricerca per capire cosa vogliono le persone, questo è chiaro, però un consiglio te lo voglio dare: non pensare solo a scrivere testi per piacere a Google. Questa necessità non esiste. Va bene fare attenzione a tag title, meta description, H1 e link interni ma il tone of voice deve essere quello che usi per parlare con le persone. Anzi, con il tuo target.

Creare una struttura URL complessa

Uno degli errori tipici di chi inizia a fare blogging. Lo sai che ogni pagina web ha la sua URL, un permalink che indica l’indirizzo univoco e imperturbabile. Sarà quello in eterno. Google prende in considerazione questo dettaglio, lo usa per avere un’idea di ciò che pubblichi.

Lo stesso fanno le persone. Quindi devi essere chiaro e semplice nella scrittura del permalink, niente voli pindarici e stringhe inutili di testo. Di base, però, WordPress non ti dà una mano.

Il motivo è semplice. La definizione dell’URL segue quella del numero ID che è una sequenza informe di cifre. La tua soluzione: scegliere un permalink SEO friendly, solo titolo del post o categoria più titolo se hai una struttura ben specifica del sito.

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Niente data, a meno che non debba aprire un giornale online con uno stretto legame tra pubblicazione e periodo. Sì, lo so che My Social Web ha la data nell’URL… Ma te l’ho detto che io ho sbagliato in passato. E a questo punto non conviene cambiare l’intera struttura URL di 2.000 pagine. Però se puoi evitare tutto questo e dare al permalink una forma più snella è meglio.

Pubblicare ogni anno lo stesso articolo

Con Google Trends hai scoperto che c’è un argomento ricorrente, le persone cercano sempre questo topic. Così ogni 365 giorni riscrivi lo stesso articolo. Sempre uguale ma diverso.

Una ridondanza infinita per il motore di ricerca. Meglio crearne uno solo, con un permalink senza data, da aggiornare sempre. Non appesantire con articoli inutili, usa un’unica pagina aggiornata. Se serve, puoi mettere il post in evidenza in home page e toglierlo quando è passata l’attenzione.

Aggiungere tag a caso (un dramma)

Chiudo in bellezza con un argomento evergreen: l’uso delle tassonomie senza strategia, in particolar modo dei tag. Vale a dire le etichette che si usano per dare una possibilità in più agli utenti e ai crawler di scoprire contenuti. Organizzati attraverso un determinato tema.

Qual è l’errore? Confondere i tag con le parole chiave che Google dovrebbe seguire per posizionare l’articolo. E aggiungere una nuvola di termini che si accavallano e creano confusione.

Ogni tag creato a cuor leggero è una pagina web che andrà a richiamare articoli già pubblicati. O magari rimarrà inutilizzata, con due o tre post. Risultato? Solo pagine inutili. Le categorie sono obbligatorie su WordPress, i tag no. Io preferisco evitarli se non hai ben chiaro come usarli.

Da leggere: tutti i dubbi da risolvere su tag e categorie

Hai altri errori da mettere nella lista?

Probabilmente sì, non siamo mai a corto di passi falsi. Che è meglio evitare, questo è chiaro. Però vorrei dare un punto a favore degli errori: sono spiacevoli, a volte dolorosi. Spesso rappresentano una perdita di tempo. Ma aiutano a crescere e a diventare dei professionisti.

Io, almeno, ho fatto un bel po’ di strafalcioni nella mia carriera di blogger e sono qui a raccontare la mia prospettiva. Perché non ci provi? Dai, i commenti sono qui per questo.

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