7 motivi per cui le persone si disiscrivono dalla tua newsletter

motivi disiscrizione email
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Perché abbandonano la tua newsletter? La domanda è decisiva perché tu fai tanto per aumentare la lista di contatti con i quali vuoi mantenere un legame stabile, e non puoi rischiare che tutto vada in fumo a causa di una distrazione che potresti evitare senza problemi o di un dettaglio tralasciato.

Perché qui stai affrontando un tema decisivo. Parliamoci chiaro, la lista dei contatti email è uno dei patrimoni assoluti nel mondo del web marketing. Un buon posizionamento SEO può fare la differenza, così come una base di fan affiatata su Facebook, ma giochi sempre in un territorio ospite. Non sei a casa tua.

Con l’email marketing, invece, hai in mano il contatto dei potenziali clienti. E li raggiungi nel luogo più intimo e riservato, vale a dire la casella di posta elettronica. Questo vuol dire che devi muoverti in punta di piedi. Altrimenti rischi di diventare spam, o di perdere i contatti perché possono sempre disiscriversi dalla newsletter. Come limitare questo? Ecco una manciata di consigli per evitare il tracollo.

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Da leggere: i migliori plugin WordPress per fare email marketing

Focus della tua comunicazione email

Il primo motivo per abbandonare la tua newsletter: hai cambiato argomento, hai iniziato a lavorare su un tema e le persone erano entusiaste del risultato. Lo hai scoperto grazie alle statistiche e ai dati registrati dal software per email.

Soluzioni professionali ti lasciano le informazioni per aumentare i tassi di apertura e scrivere un oggetto efficace. Qui, però, puoi estrapolare le informazioni che confermano o meno l’efficacia di una campagna di email marketing: come procedere? Come fare in questi casi? Gli individui sono sempre meno coinvolti, i click si fanno attendere e gli abbandoni aumentano. Mi sai spiegare perché? Da quando hai iniziato a spostare l’attenzione dei contenuti sono aumentati i click sul tasto unsubscribe.

Se hai un calendario editoriale il problema è limitato perché l’operazione si basa su una scelta ragionata e per rimediare devi solo ritornare sui tuoi passi. Ma se si basano sull’improvvisazione le cose si complicano. Ecco perché il content marketing deve avere sempre una pianificazione scritta e condivisa con il team.

In realtà la tua email sembra SPAM

Forse non è così. O almeno non è questo l’obiettivo che vuoi raggiungere. Però la tua email ricorda molto lo spam che di solito siamo stati abituati a evitare. Spesso il problema è solo nell’oggetto che hai creato, vuoi lavorare in modo da sfruttare tecniche di copywriting persuasivo. In realtà stai usando solo le parole magiche che attivano i filtri antispam. E se superi i blocchi dei vari client di posta elettronica c’è il giudizio severo dell’uomo: qui non hai scampo, sei destinato a essere cestinato. O a perdere un contatto prezioso.

Frequenza delle email inviate al pubblico

Questo è uno dei motivi principali che spingono a disiscriversi dalla tua newsletter. Sto parlando della frequenza invio email, quando si esagera con il ritmo c’è solo un elemento che viene letto dal potenziale lettore: una sensazione di fastidio dettata dal disturbo, dalle notifiche, dalla richiesta d’attenzione.

I singoli si sono iscritti alla newsletter e quindi hanno dato un consenso a ricevere dei messaggi. Ma quanti? Di certo non due email al giorno, ma neanche una. Può essere un buon ritmo l’invio di una newsletter settimanale? Adesso ragioniamo. Soprattutto se non sono basate su un intento commerciale. Perché questo è un altro motivo che spinge le persone ad abbandonare la tua comunicazione.

Poca professionalità nell’invio messaggi

Bastano pochi errori per perdere la fiducia di chi ha deciso di attendere le tue comunicazioni. Può andare bene la prima volta, magari la seconda. Poi la gente esige professionalità dai tuoi testi, dall’oggetto che scegli per aprire le danze e dai link che hai inserito. Funzionano? Portano a destinazione? L’oggetto è quello giusto o hai confuso di nuovo le comunicazioni? Questi dettagli sono importanti, non dimenticarli.

Newsletter non ottimizzate per il mobile

Se usi un software professionale per l’invio newsletter non dovrebbero esserci problemi. Ma a volte le disiscrizioni avvengono proprio per questo: i messaggi non si leggono bene dal telefonino. Non basta avere un template mobile friendly, sono i dettagli a fare la differenza. I bottoni si cliccano? Il testo è formattato bene?

si disiscrivono dalla tua newsletter

Gli spazi sono equilibrati? Hai inserito elementi decisivi nei visual? Spesso i client di posta elettronica bloccano le grafiche e le foto, quindi se la tua newsletter si basa solo su un’immagine rischi di fallire.

Eccesso di email commerciali inviate

Io mi sono disiscritto a tante email. Non puoi immaginare quante. E nella maggior parte dei casi il motivo che mi spinge a compiere questo gesto è chiaro: troppi messaggi commerciali. Sto parlando di email inviate solo per promuovere qualcosa che implichi una mia azione economica, un acquisto o una prenotazione.

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Sbagliato basare la comunicazione su questi punti? In linea di principio no, le newsletter possono avere un obiettivo specifico rispetto alla vendita e la fatturazione. Però non dimenticare le regole base dell’inbound marketing: devi farti trovare nel momento in cui hai bisogno di te. E l’email rappresenta un canale leggermente differente rispetto ai social media e ai blog, qui sei tu a spingere contenuti verso un contatto.

E il rischio di tornare verso le sponde dell’interruption marketing si palesa con forza. Non ragionare solo in termini di vendita e di risvolti economici, usa la newsletter per alimentare l’interesse e per aumentare la notorietà del tuo brand. Devi essere utile, devi fare in modo che gli iscritti siano felici di ricevere ancora una volta il tuo messaggio. Questo, però, non avviene con i contenuti commerciali, vero?

Le persone non sapevano di essere iscritte

Forse lo hai fatto di proposito o forse no. Forse l’agenzia ha esagerato nel voler perseguire gli obiettivi a tutti i costi o forse ancora hai usato un’app o un’estensione che costringeva a iscriversi. Le combinazioni sono tante ma la realtà è una: non puoi e non devi forzare l’iscrizione alla newsletter.

Strade del genere possono portare a conseguenze difficili da affrontare. Come minimo registri disiscrizioni di massa, nei casi peggiori puoi ricevere qualche telefonata poco piacevole da un avvocato. Nessuno ti dà il diritto di inserire un contatto email in una lista senza consenso. Quindi non lo devi fare.

Per approfondire: come scrivere testi per la tua campagna di email marketing

Come affronti il problema delle newsletter?

Questo è un aspetto decisivo del tuo lavoro legato al digital marketing: evitare che si abbandoni la tua newsletter. Perché qui si nasconde un vero e proprio tesoro per la tua azienda o la tua attività di libero professionista. Il blog può aiutarti ad aumentare gli iscritti, ma poi devi essere tu a gestire questo.

Devi essere tu a portare avanti un lavoro di contenuti per fare in modo che i contatti siano sempre felici di avere la tua newsletter nella casella di posta elettronica. Detto in altre parole, non basta mantenere il ritmo: devi essere sempre efficace e interessante. Tu come ti muovi in questo settore? Hai domande?

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