Google pubblica il white paper per i SEO

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Indice dei contenuti

Fighting disinformation across our products” è il titolo del white paper di Google dedicato alla disinformazione, soprattutto in ambito SEO. In 30 pagine Google ripercorre le linee guida e i punti di maggiore interesse per tutto ciò che ruota intorno al web search ranking per i SEO.

Non più tardi di venerdì scorso chi costantemente consulta il blog ufficiale di Google avrà notato l’interessantissimo report dedicato alla lotta alla disinformazione di chi opera on-line come SEO. In verità non c’è nulla di veramente nuovo in questo white paper che non sia già stato detto e ridetto nel corso degli anni, ma certamente ci sono alcuni passaggi importanti che vale la pena di ripercorrere insieme.

I punti focali sono principalmente alle pagine da 10 a 14 e, a meno che non si voglia approfondire il tema Google News (esposto molto più dettagliatamente), di grande interesse, tra i tanti temi trattati, è l’analisi dei contenuti per YouTube che, come abbiamo detto più volte nel corso delle ultime settimane, è e sarà la chiave di volta di molte strategie seo per il 2019.

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Glenn Gabe, uno dei più famosi veterani del digital marketing, ha twittato due cose che sono probabilmente le più importanti per chi opera nella SEO:

1) “There’s a section on How do Google’s algorithms assess expertise, authority, & trustworthiness: The best known of these signals is PageRank, which uses links to understand authoritativeness. Yep, I said this was the most scalable way to tinker w/trust”

2) “This about evaluating YMYL pages: “When our algorithms detect that a user’s query relates to a YMYL topic, we will give more weight in our ranking systems to factors like authoritativeness, expertise, & trustworthiness”

I punti principali del white paper di Google per i SEO

Glenn Gabe, come dicevamo, consiglia di approfondire la sezione “Come gli algoritmi di Google valutano la competenza, l’autorità e l’affidabilità”, dove il più noto segnale è sempre il PageRank, che utilizza i link per comprendere l’autorevolezza di un sito. Il tutto correlato alla valutazione delle pagine YMYL (Your money or your life).

Se volete leggere il testo integrale cliccate qui per scaricare il pdf, invece volendo schematizzare il contenuto del white paper per punti potremmo dire che:

  1. Gli algoritmi di Google identificano i segnali presenti nelle pagine che hanno a che fare con l’affidabilità e l’autorevolezza e tra i segnali quello più noto è il PageRank, che utilizza i link sparsi nel web per comprendere l’autorevolezza di un sito web.
  2. Gli algoritmi sono sempre in continua mutazione ed evoluzione per fornire sempre i risultati migliori, non solo  perché il web stesso continua a cambiare, ma soprattutto perché Google è molto attento alla user experience dell’utente e vuole in tutti i modi restituire risposte veloci e più attinenti possibili alla ricerca fatta.
    Pensate ad esempio che nel solo 2017, sono state condotti oltre 200.000 esperimenti attraverso external Search Evaluator e test dal vivo che hanno coinvolto gli utenti, che hanno portato a 2.400 aggiornamenti degli algoritmi di ricerca di Google Search.
  3. Per eseguire queste valutazioni Google collabora con i Search Quality Evaluator che “fisicamente” aiutano a misurare la qualità dei risultati della ricerca su base continuativa. Gli Evaluator controllano se un sito web fornisce agli utenti il giusto contenuto che stavano cercando e valutano, e di conseguenza la qualità dei risultati sulla base della competenza, dell’autorevolezza e dell’affidabilità del contenuto stesso.
  4. Le valutazioni che ne risultano non influenzano il ranking di ogni singolo sito web, ma aiutano Google a confrontare la qualità dei risultati, il che a sua volta permette di costruire algoritmi che riconoscono globalmente i risultati che soddisfano i criteri di alta qualità. Per garantire un approccio coerente, i valutatori utilizzano le Search Quality Rater Guidelines (pubblicamente disponibili online) che forniscono linee guida ed esempi di valutazioni appropriate. Per garantire la coerenza del programma di valutazione, i valutatori della qualità di ricerca devono superare un esame completo e vengono sottoposti a regolari verifiche.
  5. Questi valutatori eseguono anche valutazioni su ogni miglioramento della ricerca. In modo scientifico Google opera con una serie di esperimenti affiancati, mostrando ai valutatori due diversi gruppi di risultati di ricerca, uno con la modifica proposta già implementata e uno senza. A questo punto chiede loro quali risultati preferiscono e il perché. Questo feedback è fondamentale per le successive implementazioni e per i futuri aggiornamenti degli algoritmi.

Ed eccoci arrivati al secondo punto e alla pagine YMYL. Come abbiamo appena letto Google opera con standard  rigorosi sulla affidabilità e sulla sicurezza. Come tale, quando i suoi algoritmi rilevano che la domanda di un utente si riferisce ad un argomento “YMYL”, automaticamente trasferirà “più peso” ai suoi ranking system passando, come dicevamo, autorevolezza, competenza e affidabilità delle pagine che vengono presentate in risposta alla ricerca dell’utente.

Google quindi ci dice che può determinare se una query è relativa ad argomenti YMYL utilizzando i vari algoritmi e quindi modificare i pesi del ranking per adeguarsi nelle classifiche di ricerca.

Infine un ultimo dato importantissimo: gli algoritmi di Google possono rilevare la maggior parte dello spam e demote e decidere se rimuoverlo automaticamente oppure no. Il resto dello spam viene affrontato manualmente dal team di rimozione dello spam, che esamina le pagine (spesso sulla base del feedback degli utenti) e le segnala se violano le linee guida per i webmaster.

Un ultimo dato che dovrebbe far pensare i SEO che cercano scorciatoie: nel 2017 Google ha preso provvedimenti su 90.000 rapporti di ricerca di spam da parte degli utenti, senza contare che algoritmicamente è intervenuto molte più volte.

[via seroundtable.com]

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