Quante newsletter inviare al mese: esiste un numero perfetto?

Quante newsletter inviare al mese
Indice dei contenuti

Il punto è questo: sei alla ricerca della frequenza di invio delle newsletter ideale per il tuo progetto di email marketing. Hai bisogno di un numero, una cifra, un parametro capace di dividere e definire. In modo da capire qual è la strada giusta da seguire e quella errata da evitare.

C’è un piccolo problema: nessuno può darti informazioni esatte su come scegliere la frequenza di pubblicazione e invio di una newsletter, di una lettera di vendita o di qualsiasi elemento legato alle DEM. In questo campo non esiste risposta a quante email mandare al mese.

La gestione delle statistiche delle varie piattaforme per inviare newsletter – come Mailchimp, Sendinblue, Mailup – ti consentono di valutare tutti i dati relativi al lavoro svolto. Compreso il tasso di apertura che ti permette di capire se le persone aprono o meno i tuoi messaggi.

Studio Samo Pro Minidegree

Ci sono anche altri parametri da monitorare come gli abbandoni che vengono effettuati dopo ogni invio. Quindi, esiste il numero perfetto rispetto a quanti aggiornamenti inviare al mese?

Molto dipende dal contenuto dell’email

Ci sono messaggi che aggiornano gli iscritti rispetto a iniziative precise, altri che rappresentano un punto di riferimento già stabilito con la lista. Ad esempio puoi usare una squeeze page per attirare iscritti e comunicare che manderai solo un’email informativa ogni due settimane.

Questo consente di creare un accordo stabilito con il pubblico che, appunto, non si aspetta nulla di diverso. In alternativa puoi evitare di comunicare il numero di aggiornamenti, ma tutto dipende da cosa hai deciso di inviare in queste missive. Contenuti informativi? Esempi virtuosi di content curation? Buoni casi di storytelling? Tutto questo implica un buon grado di accoglienza.

Almeno rispetto alle email promozionali. Vale a dire i classici contenuti pensati per vendere qualcosa. Che possono essere più o meno insistenti fino ad arrivare allo spam vero e proprio. Se cadi in questo vortice il rischio di diminuire la frequenza di invio delle newsletter è alto.

Da leggere: come scrivere una newsletter aziendale

Come reagiscono gli utenti alle email?

Per capire qual è la frequenza giusta per invio delle newsletter devi valutare l’azione svolta dall’utente. Mi spiego meglio, quando mandi un’email noti che c’è qualche abbandono. Non aver paura, è un dato normale: capita di perdere contatti (dipende dall’ampiezza della lista).

La situazione diventa preoccupante se intere flotte lasciano il database all’ennesimo invio: forse stai esagerando con il numero di email mensile. Ma non è questo l’unico fattore da analizzare: devi considerare anche se aprono e cliccano su ciò che hai inviato.

frequenza di invio delle newsletter
Una buona frequenza di invio delle newsletter – Fonte immagine

Questa ricerca sottolinea un punto importante: il rapporto tra open e click rate contro le email inviate al mese. Cosa puoi osservare? Molto semplice: con l’aumentare del numero di contenuti inviati diminuisce il tasso di apertura e ancora di più i click verso i tuoi obiettivi.

Questo significa che, in linea di massima, esagerare con il numero di email può essere un problema. Soprattutto se non sono utili e diventano quasi spam. Però non bisogna cadere nell’errore di agire senza guardare cosa succede al tuo obiettivo principale. Vale a dire il guadagno.

Meno email? Diminuiscono le occasioni

Soprattutto se l’invio è legato a una vendita diretta. Ad esempio, se nella tua newsletter ci sono dei prodotti da acquistare su un ecommerce devi valutare quanto diminuiscono o aumentano gli ordini effettivi con le fluttuazioni dei messaggi. Aumentare il quantitativo delle email vuol dire diminuire il tasso di apertura e i click, ma al tempo stesso aumentano il numero degli acquisti?

Perfetto, hai la risposta che cerchi. I test servono a verificare idee e ipotesi. In questo secondo grafico si nota proprio questo: all’aumentare del numero di email migliorano anche gli ordini dell’ecommerce preso in considerazione per questa ricerca citata nel blog omnisend.com.

Studio Samo Pro Minidegree

Consigli per scrivere buone newsletter

Il tutto deve essere contestualizzato e ben confezionato, ma non puoi solo ridurre i messaggi da inviare. Devi valutare fino a che punto conviene. Quali sono le regole da seguire?

  • Evita contenuti spam e indesiderati.
  • Alterna email commerciali con quelle informative.
  • Lascia sempre offerte interessanti e aggiornate.

Ricorda di giocare secondo le regole. Nella newsletter inserisci la possibilità di lasciare la lista: le persone devono essere messe in condizione di decidere se rimanere o meno nel tuo database.

Per approfondire: sfrutta il footer della tua email

Quale frequenza di invio delle newsletter?

Questo passaggio è molto importante per chi organizza una campagna di email marketing o, semplicemente, vuole capire come e quando inviare una comunicazione a chi decide di seguire gli aggiornamenti via email. Io credo che non esista un numero magico di newsletter da inviare al mese, anche se un buon equilibrio può essere trovato tra le due e le 4 pubblicazioni ogni 30 giorni.

Una newsletter ogni settimana, massimo due. Con contenuti interessanti e utili, qualche proposta commerciale e una buona analisi dei dati per capire come reagiscono gli iscritti a eventuali variazioni. Secondo te funziona così? Lascia la tua esperienza, tu quante email mandi?

Studio Samo Pro Minidegree
Vuoi dare una svolta alla tua carriera o innovare la tua azienda?

Scopri il nostro corso in Web & Digital Marketing

54 ore in aula a Bologna o in live streaming

Piaciuto? Condividilo!

L'autore di questo post

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Iscriviti gratis a…

MakeMeThink

La newsletter di Studio Samo

Ricevi ogni 2 settimane le novità più importanti dal mondo del digital marketing.

Potrebbe interessarti anche...

heading tag seo
Angela Giampaglia

Heading Tag: cosa sono e come ottimizzarli per la SEO

Gli Heading Tag sono un elemento fondamentale per la struttura e l’ottimizzazione delle pagine web, in quanto rappresentano la chiave per rendere le pagine leggibili e fruibili. In questo articolo potrai imparare usarli per strutturare testi e articoli, migliorarne la leggibilità , ottenere visibilità su Google… e trasformati un un architetto SEO!

Quota impression Google ads
Beatrice Romano

Quota impression Google Ads

La quota impressioni Google Ads ti permette di capire se i tuoi annunci sono visibili sulla rete di ricerca. Non solo ti aiuta a monitorare i competitor, ma anche a capire come migliorare i tuoi annunci per aumentare la visibilità.

Oltre all’attività dei competitor, la visibilità dipende da budget e ranking dell’annuncio, fattori che puoi controllare per migliorare la tua posizione in serp.

dirette instagram
Giuliana Curato

Dirette Instagram: come fare le live su IG

Ti chiedi come sfruttare al meglio le dirette Instagram per connetterti con il tuo pubblico e ottimizzare la tua presenza online ma non sai da dove iniziare? Allora sei nel posto giusto.

regolamentazione intelligenza artificiale
Caterina Quaiotti

AI Act e regolamentazione dell’Intelligenza Artificiale

L’impatto dell’utilizzo dell’IA è tangibile in diverse aree, promuovendo l’efficienza operativa, la competitività e l’innovazione e possiamo per questo parlare di benefici evidenti e concreti. 

La sua rapida diffusione solleva anche questioni etiche e giuridiche cruciali.

La necessità di una regolamentazione legale dell’Intelligenza Artificiale è emersa come una priorità fondamentale per garantire un utilizzo responsabile e sicuro di questa tecnologia avanzata. Facciamo un po’ di chiarezza in materia.

informazioni aste google ads
Beatrice Romano

Informazioni sulle aste e analisi competitors su Google Ads

Quando si lavora in Google Ads è importante monitorare ciò che fanno i competitor non solo per i prodotti o servizi che offrono agli utenti, ma anche per capire come si propongono, che linguaggio usano e a cosa danno più importanza. In questo articolo ti parlerò dell’analisi dei competitor a partire dalle parole chiave presenti all’interno delle campagne in rete di ricerca.

Vuoi essere sempre sul pezzo?

Iscriviti a MakeMeThink, la newsletter di Studio Samo. ✉️ Ricevi ogni 2 settimane le novità più importanti dal mondo del digital marketing.

Iscriviti gratis a

MakeMeThink

La newsletter di Studio Samo

Ricevi ogni 2 settimane le novità più importanti dal mondo del digital marketing.