5 microcontenuti di WordPress che non hai ottimizzato

microcontenuti
Indice dei contenuti

Esatto, 5 microcontenuti che forse non hai ottimizzato. E che dovresti ottimizzare per ottenere buoni risultati in termini SEO e SEM. Sai bene che nell’economia di un blog WordPress devi lavorare sui contenuti, post e articoli da utilizzare per raggiungere i tuoi lettori ideali attraverso posizionamento e distribuzione. All’interno di questo equilibrio (fondamentale ai fini dell’inbound marketing) ci sono i microcontenuti: porzioni di testo più piccole ma altrettanto decisive. Qualche esempio di microcontenuto?

I microcontenuti, quindi, possono avere diversi compiti. Il tag title ha un ruolo nella SEO e può essere utilizzato per convincere il lettore a cliccare su un risultato, magari proprio grazie a una buona combinazione con la meta description. Tutti i microcontenuti legati alle immagini aiutano il lettore a contestualizzare questi contenuti, i sottotitoli e i titoli H2 aiutano il lettore a contestualizzare in fase di scannerizzazione del testo.

Quando affronti l’argomento microcontenuti, quindi, devi puntare a una qualità massima. Altrimenti rischi di ottenere risultati mediocri in termini di usabilità, ottimizzazione SEO e leggibilità. Questo vale per i campi più importanti (ad esempio i tag title dei post e delle pagine) ma anche per i campi meno noti, quelli che forse hai dimenticato in fase di ottimizzazione. Come sempre ci sono delle priorità, ma se vuoi ottimizzare al massimo il tuo blog ti consiglio di dare uno sguardo a questi microcontenuti (spesso) dimenticati.

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Per approfondire: come sfruttare i microcontenuti di Facebook.

Meta tag di tag e categorie

Le categorie del blog sono tassonomie utili per archiviare i tuoi contenuti. Mi immagino le categorie come dei macro contenitori nei quali conservare i miei post, mentre i tag ricordano delle etichette per fare in modo che tutto sia sempre in ordine. Da un punto di vista dell’architettura del blog, le categorie devono essere curate come un giardino Zen: mai accavallare i contenuti, mai creare testo duplicato. Devono essere utili al lettore, e non semplice routine.

categorie
Il campo WordPress SEO dedicato alle tassonomie.

Per lavorare anche sulla SEO di queste pagine (sì, tag e categorie sono risorse indicizzabili come tutte le altre) puoi ottimizzare tag title e description. Per velocizzare questo lavoro puoi utilizzare il plugin WordPress SEO di Yoast: nella sezione “Tassonomie” trovi questa schermata. Ti basta intervenire sui rispettivi campi per lavorare sull’ottimizzazione generale delle pagine. Nella sezione WordPress dedicata a tag e categorie, invece, puoi indicare il permalink di queste pagine in fase di creazione.

Meta tag delle pagine autore

Stesso lavoro delle categorie. Vai nella sezione “Archivi” di WordPress SEO: qui trovi i campi per gestire i meta tag delle pagine autori. Ovvero tutte le persone che scrivono sul tuo blog. Ricorda che il permalink della pagina autore riprende il campo Username in fase di creazione del profilo. Questo campo non può essere modificato una volta scelto, quindi ragiona bene prima di prendere una decisione.

Per approfondire: 4 consigli per migliorare la pagina autore di WordPress.

Testo introduttivo per tag e categorie

Ritorno su queste pagine per lasciare ancora un consiglio: nella sezione WordPress per creare le tassonomie c’è un campo dedicato alle descrizioni. Sai a cosa serve? A inserire una stringa di testo nella pagina. Questa funzione è importante perché permette di aggiungere del contenuto unico in una pagina composta solo da testo duplicato. Certo, con una buona architettura di tag e categorie non dovresti avere problemi perché gli archivi saranno diversi, e il contenuto duplicato sarebbe limitato al trafiletto dei vari post.

Come sfruttare i microcontenuti
Come sfruttare i microcontenuti: la categoria con descrizione.

Storia diversa se crei tassonomie uguali da un punto di vista semantico (ad esempio categoria e tag webwriter, tag webwriter e web writer). Il mio consiglio è questo: inserisci una stringa di testo per introdurre la categoria o il tag che vuoi spingere: spiega al lettore cosa troverà, perché dovrebbe sfogliare con attenzione quella raccolta di contenuti.

Favicon

Sì, anche questo è un microcontenuto. Un microcontenuto visual che spesso viene dimenticato. Ma rappresenta quel dettaglio che fa la differenza: tipo quando hai dieci schede del browser aperte o quando salvi un preferito. In fin dei conti ti basta poco per caricare una favicon, oggi WordPress offre la possibilità di upload dalla sezione “Generale” delle personalizzazioni estetiche.

Titoli dei paragrafi

Già so cosa stai per dire. Certo, i titoli H2 sono importanti per la SEO, tanto che il famoso semaforo di Yoast segna con il rosso gli articoli che non hanno utilizzato la keyword di riferimento dei titoli del testo. Ok, questo è un segnale interessante per l’ottimizzazione dei motori di ricerca. Io ti suggerisco di ottimizzare questi microcontenuti anche per migliorare la leggibilità dei testi.

Sai di cosa sto parlando, vero? Le persone non leggono le pagine web, o almeno non subito. Scannerizzano con estrema rapidità il contenuto e cercano delle informazioni utili per capire la reale utilità del post. Mi può essere utile? Avrò dei benefici? Troverò quello che mi serve?

In questa fase ci sono diversi elementi che fanno la differenza. Tra questi ci sono i titoli dei paragrafi. Sfogliando la pagina l’occhio cade su questi titoli che si impongono sul testo e introducono un argomento. Il tuo compito? Fare in modo che le persone capiscano il tema affrontato nei paragrafi successivi. Detto in altre parole: la SEO è importante, ma soddisfa anche l’esigenza dei lettori.

Hai ottimizzato i microcontenuti del tuo blog?

Questi dettagli possono fare la differenza per il tuo blog WordPress? Dipende dai tuoi obiettivi, dalle tue esigenze. Forse vuoi tentare di posizionare una pagina categoria, o vuoi fare in modo che diventi una buona pagina per smistare i tuoi lettori. In ogni caso migliorare i microcontenuti di un blog è sempre un passo avanti per i tuoi lettori, a prescindere dai risultati nella serp. Non credi? Tu come ottimizzi i microcontenuti? Lascia la tua esperienza nei commenti.

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