Video Marketing con Facebook: 4 chiacchiere con Silvia Signoretti

Silvia Signoretti
Indice dei contenuti

video marketing facebook signoretti Il Visual Storytelling Day è alle porte, inganniamo l’attesa facendo due chiacchiere con i docenti che ci interverranno durante la giornata.

Oggi è il turno di Silvia Signoretti, Web Marketing Manager specializzata in Facebook Marketing, che durante l’evento ci mostrerà come creare delle strategie efficaci usando tutti gli strumento che Facebook ci mette a disposizione.[no_toc]

La prima cosa che colpisce di Silvia è la grande passione per il suo lavoro: quando si parla di Business Manager e Facebook Locations, nessuno può batterla! 

Studio Samo Pro Minidegree

Conosciamola meglio in questa interessante (e approfondita) intervista 🙂

1) Chi sei e di cosa ti occupi? Presentati ai nostri lettori

Mi chiamo Silvia Signoretti e sono attualmente Brand e Web Marketing manager per una realtà veronese che si occupa di mercato dell’usato.

Nasciamo come software house negli anni ‘80 e abbiamo sviluppato due marchi in franchising, nel settore: Mercatopoli per vendere gli oggetti che non usi più, di tipo generalista; Baby Bazar, per vendere le cose che non si usano più dei bimbi.

Attualmente contiamo tra i due network circa 150 negozi sul territorio italiano e due in Svizzera.

2) Secondo te, perché le immagini oggi sono così importanti online?

Sono nata con una memoria visiva. Ahimè ricordo molto di più i visi che i nomi e riconduco tutto all’esperienza che passa attraverso i miei occhi. Nella vita reale è qualcosa di immediato, che va subito alla pancia, a mio avviso. E se succede offline come può non esserlo online, dove è più difficile fruire dei testi e c’è una frenesia tale che possiamo cogliere solo pochi frammenti di ciò che ci viene proposto in miliardi di vesti ogni giorno?

L’immagine è qualcosa di immediato, riconoscibile, diretto. L’immagine evoca i ricordi e stimola le percezioni. Le parole volano. Con un’immagine ne puoi dire mille.

E poi le immagini sono universali. In qualsiasi contesto tu viva, al di là delle parole che usi o dei gesti che fai, con un’immagine ti puoi far capire sempre. Hai mai provato ad andare in vacanza in un posto in cui parlano una lingua a te sconosciuta e non trovi via per farti capire? Con un’immagine riesci anche a non morire di fame.

Ora dico una frase fattissima: le immagini valgono più di mille parole. Lo so, pare scontata, ma per me ha tanto valore.

Silvia-Signoretti. 3) Video, immagini, foto e gif. Come scegliere i contenuti più adatti alla nostra strategia di Visual Storytelling?

A mio avviso dipende dal contesto, dall’azienda, dal target e – come direbbe un mio mentore – bisogna testare. Scegliere i contenuti in base ai trend del momento è la più grossa cazzata che si possa fare. Se, per esempio, mi rivolgo a un target di teenager, vien da sé che i video siano un traino importante. Ma farà vendere? Se un cliente mi chiede un video solo perché va di moda mi salgono due cm, minimo quattro, di pelle d’oca. Se poi mi dice di fare una gif perché il concorrente l’ha fatta, me ne salgono 4.

Sono strumenti che hanno un valore importante perché aiutano a differenziare la comunicazione e permettono di rendere meno monotoni i contenuti. La risposta però sta nelle conversioni. Se le ottengo con una semplice foto, non c’è creatività che tenga. Purtroppo oggi questo aspetto serve spesso a sollazzare le predisposizioni personali di art director in declino e creativi alla ricerca di notorietà.

Ma senza numeri… sai com’è: non ci sono idee creative che tengano.

4) I video su Facebook sono uno dei trend del momento. Quali sono le caratteristiche che un video deve avere per essere davvero efficace?

I video di Facebook sono uno dei prodotti più strani e complessi, oggi. Scalfiscono tutto quello che si pensa di un video. Io sono di una generazione abituata al video strutturato in una determinata maniera: immagine, storia, voce narrante e voci protagoniste, musica di sottofondo… su Facebook nella maggior parte dei casi c’è da partire dallo strumento, che oggi si scontra con un limite tutto italiano, denominato bundle.

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Uniamoci il fatto che nella maggior parte dei casi fruiamo dei video all’aperto, in ufficio e comunque in luoghi non proprio consoni a far partire il volume. E poi magari condiamo con l’autoplay e la velocità di scroll dell’utente.

Quanti nanosecondi abbiamo per convincerlo a vederci? Fermo restando che la ricetta perfetta deriva dai test e che va adattata a ogni cliente, sta di certo che tutti i canoni classici della pubblicità video vengono ribaltati, in maniera ancora più forte che su Youtube: incipit favoloso (non ho detto bello eh, ho detto favoloso, il che significa che deve proprio lasciarti lì, col dito sospeso sulla schermo); comprensione e fruibilità anche senza audio; leggerezza e, aggiungerei, brevità, a meno che non si tratti della storia che ti entra dalla pancia da subito e che ti fa volare anche quei lunghi di fruizione, incollandoti gli occhi allo schermo.

Ah, poi, giusto per rimanere in tema con quanto scritto su, direi CTA. Che gli vogliamo far fare a ‘sta gente che vede i nostri video? Vogliamo monetizzare magari?

Video Marketing su Facebook 5) Ormai essere sui social è fondamentale per le Aziende, che voto daresti ai brand italiani su Facebook?

Non mi piace dire che sia fondamentale. Non me ne volere. Se nella strategia di un’azienda l’analisi porta a definire che il proprio target non si trova su Facebook, per esempio, che senso ha farlo a meno che non si tratti di un test per indagare nuovi target? Spesso le pagine sono state proporzionate al piacere dei manager che le facevano aprire solo per vederle e leggerle.

L’aumento dei fan, poi, non parliamone… Quanto autoerotismo nell’avere più fan di un competitor! Personalmente trovo che ci siano piccoli brand che stanno lavorando meglio di quelli grandi, con budget notevolmente minori.

Ci sono scopi diversi e modi differenti per raggiungerli. Mi viene sempre in mente quel noto marchio di birra di cui nei social parlano tutti e mi sono sempre chiesta se con la sua grande pagina abbia aumentato le vendite. Era il suo scopo? Secondo me no.

Ma se sei piccolo e hai budget limitati ti devi scontrare con questo aspetto: che ti apri a fare la pagina se poi non ti aumenta il business? Questo aspetto penso sia consolidato, ormai. Meno il community management. Quando si comincia a sponsorizzare su Facebook, soprattutto, una buona gestione della community è fondamentale. E non è da tutti.

Mi vengono in mente i primi interventi dei ristoratori su Tripadvisor: quante risposte accese alle recensioni. Ancora oggi ve ne sono molte e fanno davvero male agli imprenditori che le hanno lasciate. La gestione dei fan o comunque degli utenti che interagiscono con noi è fondamentale e mi stupisco ogni volta di come i community manager dimentichino una regola fondamentale: quando rispondi o commenti non lo fai per l’utente con cui stai interagendo, ma per tutti gli n-mila che passeranno di lì e leggeranno.

Sembra banale, ma alcuni casi studio recenti dimostrano che si dimentica spesso questa regola. Spero che esca presto un buon manuale sull’argomento, scritto da chi ne sa veramente e che possa aprire gli occhi ai più.

6) Se potessi esprimere un desiderio, quale feature/opzione vorresti che fosse introdotta per migliorare la tua esperienza su Facebook?

Facebook ultimamente mi ha stupita. Le novità recentemente introdotte, specie per la profilazione del pubblico, consentono di agire in maniera sempre più puntuale e di fare analisi approfondite del proprio target. Certo, come sai, le mie passioni sono due: Locations, per reti di negozi e Franchising, e Business Manager.

Siccome dicono che l’unione fa la forza, ecco, l’unione dei due e qualche altra piccola implementazione sarebbero un bel regalo. La gestione local di Facebook apre mondi incredibili. Non vedo l’ora di esplorarli. Lo so, è un aspetto tecnico più che visual…

7) Ci dai un’anticipazione di quello che racconterai al corso di Visual Storytelling di Milano?

Se ti dico che parlerò di Facebook? La mia intenzione è  costruire un viaggio, attraverso target e posizionamento, analizzando il linguaggio delle immagini in base a chi dovrà vederle. Ho detto troppo? Beh, ci vediamo a Milano!

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