Google Dataset Search: Come utilizzarlo per la SEO

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A settembre 2018 Google ha lanciato lo strumento Dataset Search, un motore che si concentra sul fornire risultati di hard data source (ricerche, report, grafici, tabelle e altro) in modo più efficiente di quello attualmente offerto da Google Search.

Il servizio, come dice Google promette un facile accesso alla miniera dei dati di Internet, perché come ricorda Natasha Noy di Google “scientists, data journalists, data geeks, or anyone else can find the data required for their work and their stories, or simply to satisfy their intellectual curiosity”.

Per tutti SEO, scienziati, data journalist o semplicemente per soddisfare le proprie curiosità intellettuali, avere un accesso “privilegiato” ad una fonte inesauribile di dati ha certamente un potenziale altrettanto infinito da sfruttare come nuovo strumento di ricerca per creare contenuti informativi, affidabili e utili.

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Utilizzare Google Dataset Search come strumento di ricerca

Come giornalista e/o SEO copywriter che utilizza Google dal primo giorno in cui è nato, so bene che trovare statistiche e informazioni utili sui motori di ricerca non è sempre semplice, per non parlare poi della ricerca di dati o di informazioni tecniche.

La difficoltà non è tanto quella di reperire le fonti, ma di capire la veridicità delle stesse, perché spesso i dati o le informazioni meno recenti sono migliori di quelli più recenti.

L’accesso ad internet e ai mezzi di comunicazione negli ultimi anni è esploso e quindi ha la sua ragione d’essere che un contenuto pubblicato mesi o anni prima ha avuto molto tempo per guadagnare autorità e traffico.

Il rovescio della medaglia è che il contenuto meno recente, se non è un contenuto evergreen, solitamente ha bisogno di statistiche più fresche ed aggiornate.

Senza contare poi che spesso i risultati di ricerca che puntano alla pubblicazione di dati indirizzano a pagine pubblicate recentemente, ma questo non significa necessariamente che i dati contenuti in quelle pagine siano in linea con la data di pubblicazione.

Inoltre, i post delle grandi testate giornalistiche (si pensi ai siti di notizie come la BBC) spesso si classificano meglio del dominio in cui i dati sono stati originariamente pubblicati.

Niente di cui stupirsi nel contesto dei motori di ricerca. La BBC come moltissime testate giornalistiche italiane hanno molto più traffico, autorità, link in entrata e contenuti che cambiano rispetto alla maggior parte dei siti di ricerca, come ad esempio i siti .gov.

Un’altra questione chiave che troviamo quando ricerchiamo hard data su Google riguarda l’accesso ai contenuti.

Molti siti tecnici lo sono in tutto, non solo nei contenuti pubblicati. Quante volte i copy come i SEO dopo una ricerca lunga ed articolata riescono a trovare una fonte ufficiale, ma solo dopo aver cliccato sul risultato in SERP scoprono che il report con i dati di cui hanno bisogno è nascosto dietro un paywall.

Google Dataset Search si propone di risolvere i problemi di ricerca.

Una rapida ricerca del “meteo quotidiano” (Google sembra voler utilizzare questo tipo di dati .gov per semplificare l’utilità dello strumento) mostra come il servizio si differenzi da una tipica ricerca su Google.com o sui Google locali.

 

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Come vediamo dallo screenshot sopra pubblicato i risultati sono posizionati nella parte sinistra della pagina, mentre il resto della SERP è dedicato a maggiori informazioni su qualsiasi risultato evidenziato.

Questa parte di descrizione della pagina include:

  1. Key URL link alle pagine di destinazione
  2. Key date come il periodo di tempo coperto dai dati, l’ultimo aggiornamento del set di dati e/o la sua prima pubblicazione.
  3. Chi fornisce i dati
  4. La licenza per i dati
  5. La sua geolocalizzazione
  6. Una descrizione di cosa sono i dati

Come ricorda Searchenginewatch.com a titolo di confronto, una ricerca per la stessa keyphrase sul “classico” Google in modalità incognito dà la priorità ai risultati delle previsioni meteo di Accuweather, della BBC e del Met Office. Quindi, avere un motore di ricerca che si concentra su dati puri e registrati è certamente più utile.

La maggior parte dei risultati (anche se non tutti) chiarisce all’utente quando i dati provengono e da quale sia la fonte originale. E in virtù del fatto che la fonte è inclusa nelle Dataset Search SERP, possiamo essere sicuri che un clic sul sito fornirà l’accesso ai dati di cui si ha bisogno.

Utilizzare Google Dataset Search per aumentare la visibilità

Come base di partenza che Google ha adottato per il servizio, Dataset Search si basa sull’operato dei webmaster che contrassegnano i loro set di dati con il vocabolario di Schema.org.

Schema.org è un modo standardizzato per gli sviluppatori di rendere le informazioni sui loro siti web facili da scansionare e comprensibili dai motori di ricerca. I SEO hanno certamente familiarità con Schema.org fosse solo quando hanno contrassegnato i contenuti video o altri oggetti non testuali sui loro siti, come ad esempio quando hanno ottimizzato la loro attività per la ricerca locale.

Ci sono molte linee guida e fonti ufficiali per il dataset markup (Schema.org homepageSchema.org dataset markup listGoogle’s reference on dataset markup, and Google’s webmaster forum).

Ecco perché i copy, i giornalisti ed i SEO che producono costantemente dati originali dovrebbero seriamente prendere in considerare la possibilità di rendere i dati pubblicati crawlable e accessibili per Google.

Ecco perché sarebbe cosa buona iniziare da subito tale classificazione, fosse solo perché classificare i dati in Google Dataset Search al momento è abbastanza semplice ed immediato semplicemente perché il traffico verso il servizio non è al momento così massivo, ma certamente, a breve, la corsa al ranking e al posizionamento degli hard data saranno sempre più agguerriti.

Inoltre, il markup del dataset non solo gioverà al posizionamento nel Dataset Search, ma aumenterà anche la visibilità per le query rilevanti incentrate sui dati e che Google, certamente, restituirà anche nella SERP.

Ecco quindi l’importanza dell’intera operazione, poiché giorno dopo giorno vediamo sempre più tabelle e statistiche incorporate sempre più frequentemente e in modo sempre più intuitivo in diversi elementi delle SERP, come, ad esempio, il Knowledge Graph.

C’è una buona ragione, quindi, per credere che essere indicizzati in Dataset Search sarà un segnale di classifica a pieno titolo e per questo pensiamo che un dataset ben ottimizzato con un chiaro markup e che appare in Dataset Search invii un segnale forte a Google.

Lo pensiamo perché quando un dato originale viene inserito in Dataset Search “automaticamente” Google rileva che il rispettivo sito è un’autorità di fiducia come fonte di quel determinato tipo di dato.

Sappiamo bene che è sempre presto per Google Dataset Search. Ma a livello SEO il servizio sta già mostrando il suo potenziale e molto probabilmente le SERP cambieranno notevolmente in pochissimo tempo.

[via searchenginewatch.com]

 

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