NFT su Instagram: la riconciliazione di Meta con le criptovalute

“Grazie al Metaverse arriveremo a una nuova iterazione di internet che ci consentirà di sbloccare nuove possibilità per l’economia dei creator”. Il CEO di Meta Mark Zuckerberg alla sua conferenza al festival South By SouthWest di Austin annuncia che gli NFT - tecnologia cardine del metaverse - arriveranno presto anche su Instagram.
Instagram NFT
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Ormai è noto a tutti come il colosso dei social network stia ristrutturando il suo intero modello di business per allinearsi con una realtà che sembra sempre più inevitabile: il Metaverse. Questo per Meta significa promuovere l’utilizzo e la diffusione degli NFT, i token crittografici che consentono l’esistenza della proprietà privata digitale, al fine di poter creare il mercato all’interno del quale il metaverso di Facebook prenderà piede. 

NFT su Instagram: la riconciliazione di Meta con le criptovalute.

Cosa sappiamo

Sarà possibile mintare NFT sulla piattaforma” si limita ad affermare il CEO di Meta, dopo che già da un anno Adam Mosseri, leader di instagram, aveva parlato di NFT su Instagram. Nonostante la vaghezza degli accenni resi pubblici finora, è possibile immaginare che ruolo gli NFT avranno effettivamente sulla piattaforma di Meta analizzando gli affari passati della società e come la concorrenza si sta già muovendo. 

Il Caso di Twitter

Stiamo aggiungendo NFT come uno dei tanti modi per personalizzare il tuo profilo Twitter per mostrare gli NFT di tua proprietà in un’immagine del profilo a forma di esagono sul tuo account Twitter.” Annuncia il social network di Jack Dorsey a gennaio di quest’anno, posizionando Twitter tra i social network più ‘crypto-aware’ insieme a Reddit e Discord, lasciando indietro la vecchia guardia di Facebook e instagram.

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È possibile dunque ipotizzare che in questo momento Meta stia pensando a portare Instagram al passo degli altri fornendo agli utenti la possibilità di collegare il proprio portafoglio blockchain al proprio profilo. 

Le aspirazioni fintech

Già a Maggio del 2019, Facebook pianificava di lanciare la propria criptovaluta ‘Libra’ nel 2020, anno in cui invece il progetto perse l’appoggio di attori chiave come Paypal, Ebay, Mastercard e Visa, e Facebook si ritrovò a dover ribrandizzare la criptovaluta in ‘Diem’ e a renderla una stablecoin basata sul dollaro.

Nello stesso anno nacque Novi, il portafoglio digitale analogo a servizi come Metamask e Coinbase, che ad oggi però opera la valuta Pax Dollar piuttosto che il ‘Diem’ la cui tecnologia fu venduta a fronte di insidie sempre più fitte che paralizzavano Facebook.

A primo impatto un fallimento, la tenacia di Zuckerberg dimostra che Meta non molla il settore delle criptovalute, e i recenti annunci forse rivelano che la società ce l’ha finalmente fatta, e lo scambio di criptovalute è in arrivo sui social di Meta. 

I marketplace NFT fanno i miliardari

Dal 2022 la lista di Forbes include anche i due fondatori di OpenSea, tra le prime aziende nel mercato NFT che con l’ultimo round di finanziamento da 300 milioni ha raggiunto il valore di 13 miliardi di dollari.

Considerato che 6 mesi prima dell’ultimo round la società valeva poco più di un miliardo, gli occhi di tutti sono puntati sui marketplace di NFT che per Meta, che dal 2016 ha acquisito esperienza nel settore con la piattaforma Facebook Marketplace, potrebbe essere un modello di business allettante per riaffermare la propria dominanza nella Silicon Valley.

B2C: Business to Creator

Facebook si è sempre affacciato ai consumatori quanto alle imprese, utilizzando i primi per trarre profitto dalle seconde, in un modello di business non catalogabile nelle categorie classiche.

Nonostante questo, il modello di business di Facebook è considerato la norma nel settore tecnologico, tuttavia con una differenza chiave rispetto alla concorrenza: un motore che spinga la diversificazione delle entrate.

Il caso più eclatante è quello di amazon, che a primo impatto guadagna connettendo i consumatori alle imprese ma che nel retroscena, guadagna di più vendendo servizi sul cloud. È così: la linea ‘primaria’ di business di Amazon ha margini molto stretti e fino al 2017 bilanci in rosso, che però, sono sempre stati sostenuti dalla secondaria linea di business di Amazon, AWS. Dal 2006 infatti, Amazon Web Services, la piattaforma che vende a sviluppatori e imprese servizi sul cloud, sostiene gli sforzi di amazon nella concorrenza e nell’entrata in nuovi, rischiosi mercati.

Allo stesso modo, Spotify che ha sempre operato con margini di profitto strettissimi sempre sotto il pugno di ferro delle etichette discografiche, dal lancio della linea di business dei podcast ha tagliato l’intermediario ed’è tornato a generare profitti.

E così moltissime altre aziende nel settore tecnologico stanno indossando la zavorra prima di sbilanciarsi verso nuove imprese rischiose. Forse anche Meta, che attualmente genera profitti quasi esclusivamente vendendo real estate pubblicitario, sta cercando negli NFT e nelle criptovalute una zavorra per immergersi nel metaverso, approcciandosi alle più giovani delle professioni: i content creator e gli influencer.

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