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La ricerca organica copre il 53% di tutto il traffico del sito, a pagamento solo il 15%

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Secondo uno studio redatto da BrightEdge le ricerche a pagamento e quelle organiche generano oltre il 70% dei ricavi per le aziende B2B.

Nei nostri precedenti articoli abbiamo parlato di come gli zero-click result stiano cambiando la SEO, anche se oggi, un nuovo studio di BrightEdge, conferma ancora una volta come la ricerca organica e a pagamento continuino a fornire molto più traffico verso i siti web rispetto ad altri canali, tra cui la pubblicità social e il display advertising.

BrightEdge ha rilevato che la ricerca a pagamento e la ricerca organica sono responsabili del “68% di tutto il traffico dei siti web tracciabili”.

Ciò che risulta più interessante dallo studio fatto è che la percentuale di traffico proveniente dalla ricerca organica è cresciuto nei cinque anni in cui BrightEdge ha condotto la ricerca.

I dati dello studio (l’azienda ha escluso il traffico diretto) fanno riferimento a maggio 2019 e provengono “da migliaia di domini e decine di miliardi di sessioni”.

Come si vede dal grafico qui sopra il report analizza i dati sul traffico per le keyword verticali rilevando che per i siti web B2B i numeri sono stati addirittura superiori alla distribuzione generale del traffico.

Interessante è certamente apprendere che più del 75% del traffico B2B proviene da ricerche organiche e da paid search.

Nel 2014 la ricerca organica ha portato il 51% del traffico sui siti web, mentre la percentuale è cresciuta al 53% quest’anno, con un 15% circa del traffico che proviene dalla ricerca a pagamento.

Più equilibrio è stato trovato invece nell’ambito della vendita al dettaglio, dove la distribuzione del traffico tra ricerca organica, a pagamento e “altro” si è quasi equamente spalmato, dove “altro” e a pagamento hanno coperto ciascuno circa il 23% delle visite, mentre la ricerca organica ha fornito il 41%.

Non troppo positivo sembra invece essere l’impatto dei social media sui referral. Il rapporto ha poco di positivo da dire sul traffico proveniente dai social network che praticamente rimane stazionato al 5% del traffico rispetto al 2014.

Unica eccezione i media e l’intrattenimento che sono state le uniche categorie in cui ha portato più traffico (8%).

Interessante è anche la parte dello studio dove BrightEdge offre una stima della ripartizione dei ricavi per canale per il traffico generale e in specifici verticali. Complessivamente l’azienda afferma che la ricerca a pagamento e la ricerca organica sono responsabili del 72% dei ricavi per il B2B e per gli altri specifici settori verticali, affermando che i social media portano, in media, meno dell’1% del fatturato totale.

L’attenzione che bisogna rivolgere a questi dati è certamente importante perché chi opera in ambito SEO deve sempre valutarli attentamente.

Certamente ci saranno alcuni marketer che contesteranno alcuni dei risultati, soprattutto sulle percentuali di traffico traghettate dai social media. Ma supponendo che la metodologia del report sia valida, oggi più che mai si afferma con forza il valore continuo della ricerca organica e di quella a pagamento.

Forse una voce fuori dal coro potremmo trovarla nella consolidata portata di traffico proveniente dalla ricerca organica che, in particolare, sembra smentire i molti cambiamenti strutturali nelle SERP che si sono verificati e che saranno sempre più rilevanti nei prossimi anni.

 

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L'autore di questo post

Antonio Papini
Antonio Papini
Iscritto all'Ordine dei Giornalisti dal 2005 e consulente marketing per la PMI. Le due carriere apparentemente distanti si sono unite con la nascita dello Studio AppTur dove svolge l'attività di growth hacker specializzato in SEO, comunicazione aziendale, digital marketing e visibilità on-line.

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