Google: come e quando ignorare i bad link

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Nel fine settimana John Mueller di Google ha aggiunto ulteriori dettagli sull’importanza o meno di ignorare i bad link.

Se non più tardi di metà settimana scorsa su Twitter un utente chiedeva se in un futuro prossimo ci potremmo aspettare di trovare nella nuova search console una funzionalità che velocemente informi dell’esitenza di backlink sospetti, Mueller rispondeva che “If we recognize them, we can just ignore them – no need to have you do anything in most cases”.

L’utente chiedeva uno strumento veloce che permettesse ai webmaster e ai SEO di essere più consapevoli di tutto quello che investe un progetto on-line e di lavorare nelle stesse modalità per rimuovere i link spam o fare disavowed.

Come sempre nel suo essere conciso e diretto il Senior Webmaster Trends Analyst di Google rispondeva con un lapidario “nella maggior parte dei casi non devi fare nulla”.

Già dalle ore successive alla risposta si è aperto un dibattito serrato con Mueller che in più post diversi ha cercato di fare ancora più chiarezza perché dalla Search Console siamo andati a parlare un po’ di tutto.

Non solo bad link, link building, nofollow, ma nei vari cinguettii si sono affrontati argomenti interessanti anche su ciò che ci dovremmo aspettare dal 2019 e l’industria SEO.

Chi da anni dice che la SEO è morta si ricrederà leggendo i vari botta e risposta. La SEO avrà ancora lunga vita, certamente non sarà più quella di cinque anni fa, e molto probabilmente non sarà nemmeno uguale a quella del 2018, per il naturale evolversi di internet e delle tantissimi tecnologie che operano con esso.

John Mueller, come dicevamo, nei giorni successivi ha aggiunto qualche commento in più su Twitter (l’intera discussione può essere letta qui) e a nostro avviso uno di quelli più significativi diceva che “In my experience, the links that are the most “toxic” are the ones that SEOs place themselves, so you don’t really need to dig for those. /shrug”.

1) Se i link più tossici sono quasi sempre link che i SEO si posizionano, è anche vero che sono molto facili da individuare.

Un altro partecipante alla discussione chiede se “Is link disavow tool still useful?” e Mueller risponde che “I see it for pre-emptive (played links, oops, save the manual action hassle), fixing manual actions, & peace of mind for negative-SEO / old weirdness in links (if you’re worried, just disavow and move on with life)”.

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2) Il disavow file è ancora utile per correggere le azioni manuali e per la tranquillità della SEO negativa / vecchia stranezza nei link, e come dice il Senior Webmaster Trends Analyst di Google “se sei preoccupato, basta disconoscere e andare avanti con la vita”

L’ultima dritta importante è sempre sul disavow file con Mueller che consiglia, comunque, di mantenere il vecchio file senza andare a rimuovere le vecchie voci inserite, ce conclude la discussione con un: “I’d keep the old disavow file. Removing unnecessary entries is fine, but it won’t change things so I’d save the time for things that really matter”.

(3) Mantenere quindi il vecchio disavow file perché rimuovere le voci non necessarie è l’operazione migliore da fare, anche perché molto probabilmente le cose non cambieranno, ma si potrà risparmiare tempo per quelle che invece contano veramente.

[via seroundtable.com]

 

 

 

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L'autore

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Antonio Papini

Iscritto all'Ordine dei Giornalisti dal 2005 e consulente marketing per la PMI. Le due carriere apparentemente distanti si sono unite con la nascita dello Studio AppTur dove svolge l'attività di growth hacker specializzato in SEO, comunicazione aziendale, digital marketing e visibilità on-line.

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