Apple vs Google, la guerra dei motori di ricerca

Il monopolio planetario di Google nella ricerca online finora è stato inattaccabile. Ma qualcosa potrebbe cambiare. L’Antitrust americana ed europea, infatti, hanno preso di mira il colosso di Mountain View e la Apple starebbe per lanciare un proprio motore di ricerca.
Apple search
Indice dei contenuti

Voci insistenti, che si rincorrono da quest’estate, dicono che Apple stia per scendere in campo nella battaglia dei motori di ricerca che, da molti anni, vede Google come lo strumento più usato dagli utenti di tutto il mondo per cercare informazioni.

Il Financial Times ha raccolto una serie di indizi che sembrerebbero confermare questa ipotesi.

Prima di tutto, il miglioramento delle funzioni di ricerca che sono state introdotte con iOS 14, l’ultima release del sistema operativo mobile di Apple.

Studio Samo Pro Minidegree

Qualcuno ha notato che, in maniera piuttosto evidente, in iOS 14, Spotlight Search tende a ignorare i risultati di Google. Tuttavia, il motore di ricerca predefinito sui suoi dispositivi continua ad essere Google.

Per avere questo vantaggio sulla concorrenza il colosso di Mountain View, secondo il New York Times, pagherebbe ad Apple tra gli 8 e i 12 miliardi di dollari all’anno.

Circa due anni fa la Apple ha assunto John Giannandrea, il capo della ricerca di Google. E da allora non sono mancate assunzioni di ingegneri di ricerca.

Questo fa pensare che la Apple abbia già un team capace di costruire un motore di ricerca. Lo conferma al Financial Times Bill Coughran, ex capo ingegnere di Google.

Come un motore di ricerca Apple cambierebbe la SEO

La SEO è un settore focalizzato principalmente su Google poiché ha il maggior numero di utenti tra tutti i motori di ricerca disponibili su Internet. Un motore di ricerca Apple potrebbe portare cambiamenti nella SEO? Probabilmente sì.

Bisognerebbe continuare a tenere d’occhio e studiare Applebot, il web crawler della Apple. Dal momento che Apple non ha decenni di esperienza nella ricerca come Google, anche le strategie e le tattiche sarebbero diverse.

Apple non ha ancora confermato questa voce, quindi per il momento si tratta solo di teorie e osservazioni. L’annuncio del motore di ricerca potrebbe essere imminente oppure non realizzarsi mai.

Un motore di ricerca Apple, tuttavia, di sicuro avrebbe un impatto sulla SEO perché ci sarebbe un concorrente all’altezza e gli sforzi di ottimizzazione non sarebbero più diretti esclusivamente a Google.

Safari è il browser mobile più popolare negli Stati Uniti; Chrome è il secondo. Apple potrebbe diventare il secondo motore di ricerca mobile.

I punti di forza di Apple rispetto a Google

Apple rappresenta una delle poche aziende che ha le risorse per competere con Google. Con una capitalizzazione di mercato di oltre 2 trilioni di dollari e circa 200 miliardi di dollari di liquidità, l’azienda ha la capacità non solo di rifiutare il denaro ricevuto da Google, ma di investire nell’infrastruttura server necessaria per creare un motore di ricerca competitivo.

Un motore di ricerca Apple avrebbe quasi certamente un enorme punto di forza: una maggiore privacy degli utenti.

Apple ha compiuto grandi sforzi per prendere le distanze dai rivali negli ultimi anni insistendo sul fatto che “la privacy è un diritto umano fondamentale” e “uno dei nostri valori fondamentali“.

Studio Samo Pro Minidegree

Come rivali come DuckDuckGo, Apple potrebbe tentare di creare un motore di ricerca che non memorizzi le informazioni personali né tenga traccia degli utenti sul web.

Sarebbe più facile per Apple perché, a differenza di Google, non dipende dagli introiti pubblicitari, che beneficiano di dati personalizzati con cui indirizzare gli utenti.

A questo punto, si aprono due possibilità per Apple:

  • un motore di ricerca utilizzabile da tutti in tutto il mondo,
  • oppure crearne uno che sia utilizzabile solo dai proprietari di dispositivi o browser Apple, rendendolo un motivo in più per acquistare iPhone, iPad e Mac.

Gli aggiornamenti di Applebot

Alcuni webmaster hanno segnalato una maggiore attività di Applebot. Come altri web crawler, Applebot esegue la scansione del web per determinare in che modo devono essere classificati i risultati di ricerca in base a diversi fattori, tra cui il coinvolgimento degli utenti, la pertinenza e la corrispondenza dei termini di ricerca con gli argomenti e i contenuti di una pagina, il numero di link che una pagina ha ricevuto da altri siti Web e le caratteristiche del design di una pagina.

Apple ha aggiornato il suo documento di supporto Applebot a luglio con nuovi dettagli:

• Aggiunto come verificare il traffico da Applebot;

• Dettagli ampliati sull’agente utente Applebot, comprese le differenze tra la sua versione desktop e mobile;

• Regole robots.txt espanse;

• Aggiunta una sezione in cui si afferma che non si limitano a eseguire la scansione dell’HTML, ma che visualizzano anche pagine simili a Google;

• Aggiunta una sezione sulle classifiche di ricerca e sui fattori che influenzano il modo in cui classifica i risultati della ricerca web.

È verosimile un motore di ricerca Apple?

Quelli che abbiamo raccolto, naturalmente, sono indizi (ma non conferme) che potrebbero significare che il motore di ricerca targato Apple potrebbe essere già operativo. Ma molti SEO e addetti ai lavori sono scettici.

Sebbene Apple abbia la forza, anche economica, per competere con Google, non è detto che questa sia sufficiente per realizzare un motore di ricerca che funzioni. (L’esempio più citato è quello dell’app Mappe che troviamo installata sull’iPhone: non è paragonabile a Google Maps ed è usata molto meno.) Google, nel corso degli anni, ha accumulato tantissima esperienza che gli ha permesso di diventare il principale motore di ricerca e quello più usato nel mondo. E ci è riuscito anche se non è stato il primo motore di ricerca ad apparire sul mercato.

Di certo, un altro motore di ricerca che potesse competere con Google servirebbe a rompere un pochino il monopolio planetario dell’azienda di Mountain View e magari renderebbe anche più interessante la SEO, che adesso concentra la maggior parte delle sue attività nello studio di un solo motore di ricerca.

Tuttavia, è più probabile che qualsiasi possibile aggiornamento riguardi gli sforzi di Apple per migliorare i risultati di Siri (l’assistente virtuale presente su iOS e macOS) e Spotlight, la funzione di ricerca in tempo reale sviluppata da Apple e introdotta prima sui Mac e poi su tutti i suoi dispositivi.

E voi, credete che un motore di ricerca Apple sia possibile? Scrivete la vostra opinione nei commenti.

Studio Samo Pro Minidegree
Vuoi dare una svolta alla tua carriera o innovare la tua azienda?

Scopri il nostro corso in Web & Digital Marketing

54 ore in aula a Bologna o in live streaming

Piaciuto? Condividilo!

L'autore di questo post

Una risposta

  1. Difficile che Apple punti a creare un classico motore di ricerca testuale come quello offerto da Google. Significherebbe imbarcarsi in un progetto colossale e dispendioso dove c’è già molta concorrenza. Ci ha provato con le mappe ed è andata a sbattere contro un muro.

    Come accennato nell’ultimo paragrafo dell’articolo, gli sforzi di Apple andranno tutti verso Siri che è già un motore di ricerca a tutti gli effetti ma che ha solo bisogno di essere potenziato.

    Apple punta ad offrire risposte immediate ed efficaci: l’utente chiede e Siri risponde. Cosa che per una buona percentuale di ricerche potrà andare bene.

    Se per esempio Siri riuscirà a coprire il 20-30% delle ricerche, cosa che in percentuali più piccole succede già da qualche anno, per Apple sarà un enorme successo, mentre per Google rappresenterà un’enorme e grave perdita economica.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Iscriviti gratis a…

MakeMeThink

La newsletter di Studio Samo

Ricevi ogni 2 settimane le novità più importanti dal mondo del digital marketing.

Potrebbe interessarti anche...

heading tag seo
Angela Giampaglia

Heading Tag: cosa sono e come ottimizzarli per la SEO

Gli Heading Tag sono un elemento fondamentale per la struttura e l’ottimizzazione delle pagine web, in quanto rappresentano la chiave per rendere le pagine leggibili e fruibili. In questo articolo potrai imparare usarli per strutturare testi e articoli, migliorarne la leggibilità , ottenere visibilità su Google… e trasformati un un architetto SEO!

Quota impression Google ads
Beatrice Romano

Quota impression Google Ads

La quota impressioni Google Ads ti permette di capire se i tuoi annunci sono visibili sulla rete di ricerca. Non solo ti aiuta a monitorare i competitor, ma anche a capire come migliorare i tuoi annunci per aumentare la visibilità.

Oltre all’attività dei competitor, la visibilità dipende da budget e ranking dell’annuncio, fattori che puoi controllare per migliorare la tua posizione in serp.

dirette instagram
Giuliana Curato

Dirette Instagram: come fare le live su IG

Ti chiedi come sfruttare al meglio le dirette Instagram per connetterti con il tuo pubblico e ottimizzare la tua presenza online ma non sai da dove iniziare? Allora sei nel posto giusto.

regolamentazione intelligenza artificiale
Caterina Quaiotti

AI Act e regolamentazione dell’Intelligenza Artificiale

L’impatto dell’utilizzo dell’IA è tangibile in diverse aree, promuovendo l’efficienza operativa, la competitività e l’innovazione e possiamo per questo parlare di benefici evidenti e concreti. 

La sua rapida diffusione solleva anche questioni etiche e giuridiche cruciali.

La necessità di una regolamentazione legale dell’Intelligenza Artificiale è emersa come una priorità fondamentale per garantire un utilizzo responsabile e sicuro di questa tecnologia avanzata. Facciamo un po’ di chiarezza in materia.

informazioni aste google ads
Beatrice Romano

Informazioni sulle aste e analisi competitors su Google Ads

Quando si lavora in Google Ads è importante monitorare ciò che fanno i competitor non solo per i prodotti o servizi che offrono agli utenti, ma anche per capire come si propongono, che linguaggio usano e a cosa danno più importanza. In questo articolo ti parlerò dell’analisi dei competitor a partire dalle parole chiave presenti all’interno delle campagne in rete di ricerca.

Vuoi essere sempre sul pezzo?

Iscriviti a MakeMeThink, la newsletter di Studio Samo. ✉️ Ricevi ogni 2 settimane le novità più importanti dal mondo del digital marketing.

Iscriviti gratis a

MakeMeThink

La newsletter di Studio Samo

Ricevi ogni 2 settimane le novità più importanti dal mondo del digital marketing.