LinkedIn raggiunge 675 milioni di utenti: record nei livelli di engagement

linkedin alto tasso engagement
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Vi ricordate quando abbiamo parlato dell’incredibile ascesa di LinkedIn? Ecco, avrei forse dovuto definirla inarrestabile, perchè così si è dimostrata. Proprio di recente, infatti, Microsoft ha annunciato che la piattaforma ha raggiunto “livelli record di engagement” negli ultimi tre mesi del 2019, ampliando ulteriormente il pubblico a livello globale.

Questi dati sono stati rivelati dal report Microsoft FY20 Q2, in cui la compagnia ha raccolto alcuni dati importanti relativi al panorama aziendale.

LinkedIn 2019 performance

Come riferito da Microsoft:

LinkedIn continua a creare opportunità economiche per ogni membro della forza lavoro globale – ogni sette secondi qualcuno viene assunto su LinkedIn. Abbiamo nuovamente visto i livelli record di engagement degli utenti in questo trimestre. Marketing Solutions rimane il nostro business che cresce più velocemente poiché i marketers sfruttano abilmente strumenti avanzati e Pagine di LinkedIn per connettersi con i nostri circa675 milioni di utenti.

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675 milioni di membri è senza dubbio un traguardo importante per LinkedIn. Se torniamo un attimo ai dati di Novembre, possiamo notare come la piattaforma avesse raggiunto i 660 milioni di utenti in quel periodo. Questo significa che ha acquisito ben 15 milioni di nuovi membri negli ultimi tre mesi.

LinkedIn 660 million members

Chiariamo una cosa: la dicitura “membri totali” non è la stessa di “utenti attivi”, che rappresenta invece la misura comune della crescita di una piattaforma social. Nonostante questo, la combinazione del numero crescente di persone che iscrivono a LinkedIn e dell’incremento continuo dei livelli di engagement punta chiaramente a rafforzare le performance del social, e anzi potrebbe indicare la crescente importanza della piattaforma nelle comunicazioni professionali.

C’è da dire che ci sono state non poche critiche sul fatto che LinkedIn stesse diventando un po’ troppo informale ultimamente. d’altronde, non sono pochi gli utenti che condividono contenuti personali o non strettamente professionali per cercare di incrementare l’engagement. È probabile che questo abbia contribuito ad aumentare l’interazione con la piattaforma, ma sarebbe comunque interessante inserire LinkedIn nella vostra strategia di comunicazione.

Ma al di là del numero di nuovi utenti, Microsoft ha anche rivelato che più di 5 milioni di membri di LinkedIn hanno già completato i quiz per la valutazione delle competenze, che sono stati lanciati sulla piattaforma lo scorso settembre 2019. Ripeterò quello che è già stato detto, ma questi quiz di verifica sono davvero utili per mostrare le proprie abilità professionali e guadagnare bagdge nelle proprie aree di competenza.

LinkedIn skill assesments

Infine, Microsoft ha affermato che le spese operative della piattaforma sono aumentate del 12%, per via dei “continui investimenti in LinkedIn e nel cloud engineering”.

C’è però da dire una cosa: da quando Microsoft ha acquisito il social nel 2016, non abbiamo più a disposizione dati specifici fornitici dalla piattaforma stessa. Ora possiamo semplicemente consultare i dati integrati nei report dell’azienda madre che, seppur meno dettagliati, ci indicano comunque un’inarrestabile ascesa di LinkedIn. Questo può significare una sola cosa. Ossia che fareste bene a tenerlo in considerazione per la vostra strategia di comunicazione.

[ via socialmediatoday.com ]

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Una risposta

  1. Tutti numeri che fanno dire WOW. Ahimé la realtà è diversa a seconda delle latitudini ed a seconda di come si interpretano questi dati e della qualità degli iscritti.

    Non voglio essere disfattista né pessimista, adoro LinkedIn e lo uso da molti anni anche quando nessuno se lo filava. Tuttavia come ho detto, a seconda della nazione ci sono intere categorie di iscritti che lo usano per tutti i motivi che possiamo inventarci tranne che a scopo di fare networking seriamente o a scopo professionale.

    Le prove non mancano perché ho personalmente creato diverse campagne rivolte a specifiche categorie di iscritti che hanno dimostrato il più totale disinteresse ad ogni sollecito, invito, offerta, promozione e richiesta di rispondere anche a semplici inviti a fare networking.

    Ovviamente, per non rischiare la querela, che certamente certe tipologie di iscritti troverebbero assai divertente sporgere al fine di aumentare ancora di più il peso di un ego già di per sé enorme, evito di citare le suddette categorie. Ma posso giurare che sono vere e proprie categorie di persone e non casi isolati appartenenti a settori merceologici eterogenei.

    Conforta il fatto che anche fuori dall’Italia, in certi paesi, l’uso dei profili LinkedIn da parte perfino di quadri, manager, imprenditori, teoricamente di alto profilo, è molto spesso senza scopo alcuno. E parlo di dirigenti e quadri di multinazionali che, fra l’altro, non si rendono neppure conto del danno che arrecano sia a stessi sia all’azienda quando non rispondono agli inviti, ai messaggi, ad ogni genere di richiesta che non abbia come fine primario la vendita o la promozione di qualsivoglia articolo, prodotto o servizio.

    Alcuni giorni fa proprio rispondendo alla notizia che il padre di LinkedIn assumerà un ruolo diverso ho scritto un post proprio su LinkedIn indicando che sarebbe opportuno attivare un metodo per “costringere”, si, costringere, gli iscritti a comportarsi in un certo modo, pena la chiusura del profilo una volta giunti ad un certo tipo di comportamento che finisce per danneggiare la stessa piattaforma perché se i numeri sono importanti, la qualità lo è di più e se è vero che “less is more” allora una strategia che ponesse al primo posto la qualità dell’uso della piattaforma porterebbe solo benefici nell’immediato e nel lungo periodo perché cosa ce ne facciamo di migliaia di iscritti che fanno spendere denaro in campagne ed hanno profili che saprebbe compilare egregiamente anche un operaio con la terza media?

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