Google testa una nuova versione di GoogleBot

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In queste ore sembra che Google stia testando un nuovo modo di scansionare le pagine web, sulla falsariga di come operano i moderni browser come Chrome.

DeepCrawl la scorsa settimana ha scoperto che Google sta testando un nuovo GoogleBot (vedi screenshot sotto) o meglio sta cercando di migliorare la capacità di GoogleBot di eseguire il rendering delle pagine web utilizzando JavaScript avanzati o applicazioni web.

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Dalla scoperta di DeepCrawl sembra quasi che Google stia testando una nuova modalità di scansione che dovrebbe velocizzare sempre di più il lavoro dei bot.

Cosa che poi avevamo già, anche se in modo diverso, anticipato a settembre scorso quando scrivemmo di come Google raccomanda di utilizzare l’HTML per indicizzare velocemente e questi nuovi test sembrano indirizzati verso soluzioni alternative al classico rendering dinamico.

Cos’è il rendering dinamico? 

Google ad ottobre ha affermato che il rendering dinamico significa “passare da contenuti client-side e pre-renderizzati a specifici user agent” e che al momento (sempre ad ottobre scorso) “è difficile elaborare JavaScript, e non tutti i crawler dei motori di ricerca sono in grado di elaborarlo con successo o immediatamente” e che “nel frattempo, si consiglia il rendering dinamico come soluzione temporanea a questo problema”.

Chi dovrebbe usare il rendering dinamico? 

Google ha spiegato che non tutti i siti devono utilizzare il rendering dinamico, che è progettato per le pagine in cui “i contenuti che cambiano rapidamente o il contenuto che utilizza le funzionalità JavaScript non sono supportati dai crawler “.

Oggi, invece, ecco l’evoluzione che i SEO e i webmaster stavano aspettando da mesi con Google, come dicevamo, che sta apertamente cercando di potenziare e migliorare la capacità di GoogleBot di eseguire il rendering delle pagine web che utilizzano JavaScript avanzati o advanced web app.

Martin Splitt di Google, su Twitter, ha confermato che l’operazione è tuttora in corso e che Google sta testando il nuovo bot.

Splitt ha dichiarato: “Stiamo testando sempre le cose e a volte questi esperimenti sono visibili”.

La cosa decisamente è molto interessante perché se veramente GoogleBot è in grado di visualizzare le pagine web come un browser moderno, i SEO, i publisher e i produttori di contenuti potranno iniziare a dormire sonni decisamente più tranquilli.

E soprattutto le app web non avranno bisogno di soluzioni alternative come il rendering dinamico per far sì che il contenuto venga scansionato, indicizzato e potenzialmente ben posizionato nella ricerca di Google e, ancora una volta, oggi più che mai, ci si potrà sempre di più concentrare sul contenuto e sullo sviluppo e progettazione dell’intero progetto web.

[via searchengineland.com]

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L'autore

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Antonio Papini

Iscritto all'Ordine dei Giornalisti dal 2005 e consulente marketing per la PMI. Le due carriere apparentemente distanti si sono unite con la nascita dello Studio AppTur dove svolge l'attività di growth hacker specializzato in SEO, comunicazione aziendale, digital marketing e visibilità on-line.

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