Filtra per argomento:

6 errori da evitare su Twitter se vuoi più follower

6 errori da evitare su Twitter se vuoi più follower
Indice dei contenuti

Twitter è “il social di tutti”. No, non nel senso che tutti lo usano, ma nel senso che chiunque può utilizzarlo senza bisogno di aiuto esterno.

Crei il tuo account e sei libero di scrivere e pubblicizzare ciò che vuoi… ammesso e non concesso che tu riesca a farlo nei 140 caratteri consentiti: ci vuole un pizzico di sarcasmo, molta concentrazione e dono della sintesi per “partorire” un tweet efficace e piacevole allo stesso tempo.

Twitter lo sa, ma dà una possibilità a tutti: te compreso.

Studio Samo Pro Minidegree

E così cominci ad essere più assiduo e presente, cerchi e segui gli influencer, i Brand, chi parla dei tuoi argomenti preferiti ma i seguaci stentano ad aumentare: i following superano di gran lunga i follower e non ne comprendi il motivo.

E quando anche il peggiore dei penitenti ha più follower di te, non ci vedi più! Non vorrei rovinarti il gioco, ma mi viene da pensare e da chiederti: e se stessi sbagliando qualcosa?

Capita a tutti: non siamo perfetti e soprattutto se non siamo “del mestiere” qualcosa ci può sfuggire. E ti dirò, stranamente i dettagli che sfuggono ai più sono quasi sempre gli stessi (e ad oggi non me ne spiego il motivo, ma ci deve essere qualcosa che ci portiamo dentro nel DNA).

Ho provato a raccogliere di seguito gli errori da evitare su Twitter, sperando di riuscire ad aiutarti nell’individuare il/i motivo/i del mancato exploit (ancora per poco!).

#1. Sei l’uomo senza volto

O peggio un uovo. Tu seguiresti un fantasma o un uovo? Abbi pazienza: la prima operazione da fare, dopo aver creato l’account su Twitter, è configurare il profilo, preferibilmente in modo completo e coerente. Se sei una persona, la foto sarà personale. Se sei un Brand, la foto del profilo sarà il logo aziendale.

#2. Sei prolisso

L’ho detto poche righe sopra: non puoi stare su Twitter se non riesci a stare nei 140 caratteri. Anzi, meno è meglio! I tweet più brevi (ma intensi e accattivanti) riescono a catturare l’attenzione e a creare interesse e la voglia di essere retwittati e preferiti quasi il 20% delle volte in più rispetto ai tweet lunghi. Io te l’ho detto, poi a te la scelta.

#3. Dis-inte(g)razione dei rapporti

Sai quanto è importante interagire con le persone per creare nuovi e duraturi rapporti e conversazioni, vero? E lo stai facendo veramente? Se retwitti, rispondi ai commenti, partecipi alle discussioni e contatti personalmente anche tramite messaggio privato (DM in gergo twitteriano) allora la risposta è si. Diversamente… ti consiglio di rivedere le tue abitudini!

#4. Sbagli i tempi

Su Twitter, la tempistica è tutto. Sai anche i più convinti twittatori prima o poi crollano e vanno a dormire. Ed è complicato riuscire a dialogare con persone che dormono. E lo dico con cognizione di causa: ci ho provato.

Scherzi a parte, in base al tuo target tieni conto (anche) del fuso orario e regola la quantità di tweet da pubblicare: non tempestare lo stream per un’ora e poi scomparire nel nulla. Anche perché il tuo scopo principale è di avere retweet e la visibilità di un tweet è davvero molto breve (meno di 5 minuti):non avrebbe alcun senso twittare in notturna (a meno che non si tratti di #LiveTweeting).

Hootsuite o Buffer potrebbero aiutarti a spalmare la tua presenza durante le ore della giornata, schedulando il giusto contenuto in base al target del momento.

#5. Quando leggi “hashtag” pensi “Eh?!”

Uno, nessuno, centomila: questa è la regola che vedi spesso applicata su Twitter. Un solo hashtag (mirato, mi auguro), nessun hashtag o una sfilza di hashtag tanto lunga da far venire la miopia.

In due casi su tre non si va da nessuna parte. Nel rimanente, non si fa fortuna.

Studio Samo Pro Minidegree

Come usarli al meglio? Due o tre al massimo per ogni tweet, in linea con il contenuto del tweet stesso. E non ci pensiamo più

#6. Occhio ai contenuti

Non condividere link se non sei certo della provenienza e del sito cui rimandano: rischi di perdere i follower che ti sei sudato fino ad oggi.

Punta tutto sui contenuti: creati ad hoc per il tuo pubblico, magari con un hashtag unico e univoco che ti aiuti ad identificarti online, a lungo termine.

Hai per caso individuato la dimenticanza tra i sei elencati? Forse è il caso di fare qualche retweet in più, sistemare la foto del profilo o twittare ad un orario ottimale: e sono certa che il tuo account volerà alto prima di quanto tu possa immaginare.

Se la dimenticanza non è nell’elenco, vuoi condividerla con me nei commenti? Potrebbe essere utile a qualcun altro: sharing is caring 😉

[adrotate banner=”8″]

Vuoi altri suggerimenti su Twitter? Segui il nostro corso Twitter Marketing Efficace e impara tutti i trucchi del mestiere!

Studio Samo Pro Minidegree
Vuoi dare una svolta alla tua carriera o innovare la tua azienda?

Scopri il nostro corso in Web & Digital Marketing

54 ore in aula a Bologna o in live streaming

Piaciuto? Condividilo!

L'autore di questo post

2 risposte

Rispondi a Cinzia Di Martino Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Iscriviti gratis a…

MakeMeThink

La newsletter di Studio Samo

Ricevi ogni 2 settimane le novità più importanti dal mondo del digital marketing.

Potrebbe interessarti anche...

regolamentazione intelligenza artificiale
Caterina Quaiotti

AI Act e regolamentazione dell’Intelligenza Artificiale

L’impatto dell’utilizzo dell’IA è tangibile in diverse aree, promuovendo l’efficienza operativa, la competitività e l’innovazione e possiamo per questo parlare di benefici evidenti e concreti. 

La sua rapida diffusione solleva anche questioni etiche e giuridiche cruciali.

La necessità di una regolamentazione legale dell’Intelligenza Artificiale è emersa come una priorità fondamentale per garantire un utilizzo responsabile e sicuro di questa tecnologia avanzata. Facciamo un po’ di chiarezza in materia.

informazioni aste google ads
Beatrice Romano

Informazioni sulle aste e analisi competitors su Google Ads

Quando si lavora in Google Ads è importante monitorare ciò che fanno i competitor non solo per i prodotti o servizi che offrono agli utenti, ma anche per capire come si propongono, che linguaggio usano e a cosa danno più importanza. In questo articolo ti parlerò dell’analisi dei competitor a partire dalle parole chiave presenti all’interno delle campagne in rete di ricerca.

redirect 301
Mattia Cantoni

Redirect 301 per la SEO: una guida completa

I redirect 301 sono tanto semplici da impostare quanto pericolosi per l’ottimizzazione SEO se utilizzati in modo scorretto. In questa guida passo-passo
scoprirai come padroneggiare l’utilizzo di un redirect 301 e come prevenire alcuni dei più comuni errori.

tool instagram marketing
Giuliana Curato

Strumenti per Instagram Marketing

In questo articolo, vedremo insieme una varietà di strumenti per Instagram e perché usarli. Inoltre scopriremo come possono cambiare sia il modo in cui interagisci con il tuo pubblico che la gestione di stories, reels e post per aiutarti a non perdere il lume della ragione (e la pazienza). 

demand gen google ads
Manuel Lodi

Campagne Demand Gen di Google Ads: cosa sono e come funzionano

La prima volta che abbiamo sentito nominare le campagne Demand Gen è stato durante il Google Marketing Live di Maggio 2023, dove venivano presentate sotto il cappello delle campagne di nuova generazione, completamente autonome e in grado di evolvere e performare al meglio grazie al Machine Learning e all’Intelligenza Artificiale della piattaforma di Adv di Google. In questo post vediamo come affrontare questa importante novità.

Iscriviti gratis a

MakeMeThink

La newsletter di Studio Samo

Ricevi ogni 2 settimane le novità più importanti dal mondo del digital marketing.