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5 segnali che ti fanno capire che le PR non fanno per te

5 segnali che ti fanno capire che le pr non fanno per te
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Avete mai sentito paragonare l’ambiente delle pubbliche relazioni alla “vasca degli squali”? E’ la verità.

Il mondo delle PR è competitivo, bisogna essere sempre aggiornati e cogliere anche i minimi cambiamenti. E’ una sfida continua, che si tratti di redigere un comunicato stampa durante la pausa pranzo o di arrivare in ufficio prima che il sole sorga per aspettare la chiamata di cliente, chi si occupa delle PR deve essere sempre pronto ad ogni evenienza. In caso contrario, potreste essere “mangiati” dai concorrenti.

Anche se lavorare nelle PR “fa figo”, ci sono casi in cui è meglio cambiare aspirazione.

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Ecco alcuni segnali infallibili secondo Pr Daily che ti fanno capire che non sei tagliato per le Pubbliche Relazioni.

Le PR non fanno per te se:

1. Non presti attenzione alle notizie. Preferisci fare una partita a Candy Crush, piuttosto che aggiornarti su quello che succede intorno a te? Come professionista delle PR, devi essere sempre aggiornato sulle novità del settore dei tuoi clienti e su tutto quello che accade intorno a te (online e offline).  Leggi blog e siti di settore e tieni le orecchie sempre aperte sui trend del momento: qualsiasi informazione può tornarti utile e può essere un buono spunto per il tuo lavoro.

2. Non sei multitasking. Preferisci svolgere un compito alla volta e impazzisci se devi svolgere più attività in contemporanea? La flessibilità dovrebbe essere una dote di ogni professione, nel caso delle PR diventa una necessità: in un solo giorno ti potrà capitare di gestire diversi clienti, far fronte ad una crisi e coordinare le attività del tuo staff. Un Pr esperto sa che la gestione del tempo è la chiave per rispettare le scadenze: devi essere in grado di prestare attenzione a tutti, evitando di fare pasticci.

5-motivi-per-non-lavorare-nelle-pr

3. Sei permaloso. Se sei una persona che prende tutto sul personale e non riesce a superare un rifiuto (lavorativo e non), desisti. In questo mondo può capitare di avere dei rifiuti, sia da parte dei clienti che dei colleghi. Devi essere in grado di scindere lavoro e rapporti personali: una persona che ha rifiutato di collaborare con te per un progetto, potrebbe essere interessata ai tuoi lavori futuri.  Non isolarti e cerca di tenere dei buoni rapporti con tutti.

4. Non sei un buon scrittore. Ti è mai capitato di leggere una email che ti fa rabbrividire a causa della grammatica scadente? I PR sono responsabili dell’immagine dei loro clienti, devono essere in grado di valorizzarli e distinguerli dalla massa. Sia che si tratti della redazione di un comunicato stampa o della presentazione di un lavoro al cliente, eccellenti capacità di scrittura sono fondamentali per questa professione.

5. Vuoi lavorare dalle 9 alle 18. Se vuoi un lavoro con gli orari fissi, lascia perdere il mondo delle PR. Devi avere la situazione sempre sotto controllo. In questo modo,  qualora si presentasse un problema, potresti  agire in modo rapido, minimizzando i danni. Non c’è niente di peggio di una crisi ignorata, o rimandata al lunedì.

 

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L'autore di questo post

2 risposte

  1. Ciao Vale,
    prima di tutto, complimenti per tuoi post li trovo sempre molto pertinenti ed interessanti.
    Mi chiedevo: leggendo il punto 4, escludendo i tanti che scrivono in modo sgrammaticato e che spero siano esclusi all’istante, come possiamo far capire ai clienti quale siano le reali capacità di scrittura necessarie per una professione come la nostra che comunque non è quella di scrittore di libri o copywriter o giornalista ma che, a mio parere, è data da un’ insieme di conoscenze e capacità che si esprimono su più fronti?
    Ti racconto brevemente un’esperienza personale recente.

    Rispondendo ad un annuncio come tecnico marketing per un’azienda, ho superato i primi colloqui e ho iniziato una prova.
    Premesso che la proprietà non aveva, come in molti casi, nessuna esperienza di linguaggio on line e di cosa realmente sia la comunicazione sui social network.
    Come richiesto dalla posizione, abbiamo iniziato a dialogare su una strategia di comunicazione on line e off line e ho iniziato su richiesta a sottoporre alcuni testi “esempio” scritti con differenti linguaggi, per trovare, leggendoli con la proprietà, quello che fosse più o meno pertinente alle loro esigenze per poter iniziare al più presto a postare sul loro blog, abbandonato da diversi mesi.
    I testi proposti, costruiti su argomenti diversi relativi ad alcune tematiche aziendali, erano calibrati ragionando sul tono, nel primo più professionale, nel secondo più ironico e nel terzo un mix. Come è intuibile, conoscendo pochissimo l’azienda , sono stati scritti basandosi sulla lettura dei vecchi post del blog e sul confronto con i competitor.
    Per farla breve, nessun testo è stato considerato adatto e ancora peggio sono stati valutati paragonandoli ad articoli “da carta stampata” o ad una più comune attività da copywriter e quindi definiti come non ben scritti, senza avere possibilità di replica e senza avere nessun problema grammaticale.

    Escludendo la completa ignoranza nel relazionarsi con il personale che queste persone hanno dimostrato, su cui non vale la pena in questa sede soffermarsi, la mia domanda è: come facciamo noi professionisti del settore, che per esigenze lavorative, siamo costretti ad essere multitasking anche rispetto alla scrittura, a far apprezzare e valutare il nostro lavoro anche a chi è completamente ignorante in materia?

    Esistono delle guide on line o dei professionisti da seguire e da citare, per trovare un sostegno teorico che dia valore al nostro lavoro e non ci faccia apparire agli occhi di chi non conosce questo mondo, come degli alieni catapultati nel mondo on line quasi come se fossimo stati scartati dal mondo ufficiale della scrittura vecchio stile?

    1. Ciao Chiara,
      grazie per il tuo commento, è un piacere ritrovarti qui 🙂

      Mi dispiace per la disavventura che ti è successa, purtroppo nella nostra professione capita spesso di trovare persone che non conoscono le PR e che, quindi non hanno un valido metro di giudizio per valutare l’operato degli altri.
      Nel tuo caso hai agito bene facendo il benchmarking e studiando i post che erano stati pubblicati sul blog.
      Il problema di chi cerca collaboratori esterni è proprio questo: i nuovi arrivati (o in prova) hanno bisogno di tempo per ambientarsi, per comprendere i valori aziendali e lo stile comunicativo adottato.

      Quando si tratta di copywriting, non esistono dei canoni rigidi da rispettare: ognuno adotta lo stile che gli è più consono, cercando di rappresentare al meglio lo stile del cliente. Non è una “scienza oggettiva”: un post che per me è coinvolgente, può essere letto come un comunicato stampa da un altro.

      Il consiglio che ti posso dare è di non farti avvilire da queste disavventure e di continuare a tenerti aggiornata su quello che accade nel nostro settore.
      Ci sono molti blog dedicati alla scrittura che ogni giorno pubblicano contenuti interessanti, il primo che mi viene in mente è 4Writing.

      Sono convinta che l’impegno e la professionalità alla fine vengano sempre ripagati.

      In bocca al lupo e per qualsiasi dubbio, problema, curiosità contattaci pure 😉

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