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Il mito della Keyword Density

mito keyword density
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Mi stupisce come la keyword density sia ancora pubblicizzata da molti (sedicenti) esperti SEO come un’importante metrica della SEO on-page, quando invece si tratta di un concetto ampiamente superato.

L’argomento a suo favore è più o meno questo:

Più volte un termine compare in un documento, più alta è la keyword density di quel termine. Maggiore è la keyword density, più rilevante sarà considerato un documento per quel termine.

Il calcolo utilizzato per confermare questa (errata) affermazione è il seguente:

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La keyword density del termine i (KDI) è uguale alla frequenza del termine i in un documento (TFI), diviso per il numero di parole totale del documento (WCI). Così, ad esempio, la keyword density delle parole “SEO” ripetuta 4 volte in un documento di 100 parole, sarebbe:

4/100 = 0.04: dando una keyword density del 4%.

Continuando a ragionare in quest’ottica (sbagliata), la keyword density sarebbe una semplice misura on-page che esprime un rapporto termine / documento. Questo rapporto non tiene in considerazione la keyword density di ogni altro documento che può essere in competizione per lo stesso spazio di ricerca.

Per ovviare a questa evidente mancanza, sarebbe quindi necessario confrontare il documento con gli altri documenti che stanno tra i primi risultati nella SERP per la parola chiave di riferimento, e adattare di conseguenza la pagina, utilizzando una keyword density uguale o superiore a quella del sito che compare come primo risultato.

Il risultato? Il posizionamento non migliora ed il testo fa schifo!

Come rovinare le tue pagine…

distruggere la tua credibilità, annoiare i visitatori e giustificare la necessità del pulsante “indietro” del browser 😉

Hai mai letto un articolo che è stato sottoposto a questo processo? Nel tentativo di ottenere qualche magica keyword density, il documento è diventato difficile da leggere, noioso e tendente allo spam. In ultima analisi, la leggibilità e l’usabilità soffrono, insieme con la credibilità e le conversioni.

Se i motori di ricerca calcolassero la pertinenza di un documento basandosi sulla keyword density, allora tutto ciò che dovremmo fare sarebbe ripetere la nostra parola chiave più e più volte per ottenere un buon posizionamento. Ma… sorpresa! I motori di ricerca non sono così stupidi.

Alla fine degli anni ’90, cioè agli albori dei motori di ricerca, la keyword density è stata un fattore importante per il modo in cui una pagina veniva classificata. Tuttavia, da quando i SEO hanno scoperto questo “gioco”, e il mito della keyword density ottimale si è diffuso, è diventato un fattore irrilevante, proprio come l’utilizzo del meta tag keyword. I motori di ricerca moderni utilizzano altri fattori molto più sofisticati per valutare i contenuti di una pagina.

Oggi inoltre, l’uso eccessivo di parole chiave, una pratica chiamata keyword stuffing, causerà la penalizzazione della pagina o dell’intero sito.

Per far sì che un motore di ricerca si “accorga” che un documento è pertinente con una determinata chiave di ricerca, è sufficiente che quel documento contenga la parola chiave un paio di volte, perciò la cosa migliore da fare è dimenticare la keyword density, inserire la parola in maniera naturale nel testo e concentrarsi sulla qualità dei contenuti. Se scriviamo per gli utenti e non per i motori di ricerca, e scriviamo cose utili, il buon posizionamento verrà da se.

In conclusione: la keyword density è una metrica inutile; gli strumenti per analizzarla (keyword density tool, di cui la rete è piena) sono una colossale perdita di tempo, e le persone che inseguono qualche mistica keyword density andrebbero subito esorcizzate (e poi portate a scuola di SEO).

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4 risposte

  1. Interessante vedere che hai usato 19 volte la parola keyword density in questa pagina…

    E se non viene usato per niente il fattore keyword density, cosa viene usato?

Rispondi a ciccio Annulla risposta

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