Previsione SEO: e se i link non servissero più?

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I classici segnali di ranking: link, autorità, parole chiave e testo di ancoraggio – sono rimasti a lungo dominanti per il posizionamento organico su Google. Ma in questi ultimi anni abbiamo anche visto il sorgere delle citazioni per il posizionamento SEO locale. Qualcuno si è spinto oltre, sostenendo che la co-occorrenza di termini (pertinenti a  determinate query di ricerca) e il nome di brand, nel contenuto di un testo e nei link, potrebbe essere già adesso un fattore off-page di ranking fondamentale, e potrebbe diventare sempre più importante in futuro, andando pian piano a sostituire (almeno in parte) il “vecchi” concetti di link popularity e di ilnk con anchor text pertinenti.

Il 16 novembre 2012, Rand Fishkin – Guru del SEO e fodatore di Moz (già SEOmoz) – ha fatto alcune previsioni che si stanno oggi rivelando incredibilmente vere. Il testo di ancoraggio – sostiene Rand – potrebbe essere un fattore in via di estinzione (ancora potente, sia chiaro, ma in fase molto discendente), mentre la co-occorrenza (che Rand erroneamente chiama “co-citazione” nel video) sta diventando sempre più forte. Per capire esattamente cosa intende, ascoltiamo le sue parole:

Studio Samo Pro Minidegree

Traduzione libera del video

“[…] Voglio parlare oggi di una previsione che non decreta la morte completa del testo di ancoraggio, ma sostiene che il (link con il) testo di ancoraggio sta in realtà diminuendo come segnale di ranking, e sta per essere sostituito da qualcosa d’altro, qualcosa che Google considera in modo molto più intelligente. Penso che anche Bing stia facendo la stessa cosa. Questo segnale è la co-citazione di termini e frasi insieme a una marca o a un link. Vi faccio vedere cosa intendo.

Prima di tutto, riporto alcuni esempi che potete verificare voi stessi. Una delle cose che mi piace fare è andare a cercare frasi chiave relativamente competitive e trovare i siti e le marche che sono in graduatoria senza che nella SERP compaia la parola chiave, il che significa che la parola chiave non è nel tag title. In alcuni di questi casi, la parola chiave compare a malapena nel testo, e non stanno ottenendo neppure molti link con questa parola chiave nel testo di ancoraggio.

Come fanno a posizionarsi così bene contro altri che stanno utilizzando tutte le migliori pratiche SEO classiche? Beh, qui ci sono alcuni esempi:

  1. Per la query “cell phone ratings” (valutazioni cellulari) al numero quattro c’è una pagina web di ConsumerReports.com senza la parola “cell phone” o la parola “rating”. In realtà, credo che ci sia la parola “rating” e magari anche la parola “cell phones”, ma solo nel testo, non nel tag title. Davvero notevole che siano posizionati così bene per una query così competitiva. Parlerò di questo in un secondo momento.
  2. Numero due, “manufactoring directory” (elenco dei produttori). Ancora una volta, un’altra frase molto competitiva, ThomasNet è al numero tre nella graduatoria senza menzionare uno di questi termini, senza che sembri utilizzare quella frase come target in alcun modo.
  3. Numero tre, “backlink analysys” (analisi dei link in ingresso) dove Open Site Explorer è al numero due, ma la parola non c’è nel title tag e neppure in un punto qualsiasi della pagina. Nessuna di queste due parole è presente in qualsiasi punto della pagina. Nel frammento di codice, Google sta in realtà utilizzando un po’ di testo preso da un altro articolo del sito che menziona l’analisi dei backlink.

Quindi, è semplicemente affascinante vedere questi tipi di classifiche, è come mettere in discussione le vecchie logiche SEO. C’è un sacco di gente – che ha messo quella frase nel tag title, ha un sacco di link con quelle parole nel testo di ancoraggio e una tonnellata di link da domini autorevoli – che sta cercando di posizionarsi per quella frase. Come fa Google a decidere? In che modo Google associa questi termini con questi siti, se i segnali classici SEO che pensiamo essere importanti non ci sono?

La risposta, a mio parere, sono le co-citazioni. Lasciate che vi mostri di cosa sto parlando. Si possono trovare un sacco di articoli sul web che riportano valutazioni di telefonia cellulare e recensioni e parlano di Consumer Reports. Non necessariamente hanno messo un link a questa pagina. In realtà, molto pochi di loro hanno messo un link a questa pagina. Ma se si guardiamo un pezzo di testo sulla pagina, vedremo frasi tipo: “Telefoni cellulari nella classifica stilata da Consumer Reports”. Questo non è anche link. Questo non è un collegamento vivo. Non punta nemmeno al loro sito web o a quella pagina web specifica. Ma Google ha notato l’associazione. Vede la parola “cellulare”. Vede il termine “valutazioni”, e vede “Consumer Reports”. Ha fatto due più due e ha pensato: “Sai una cosa? Sembra che un sacco di persone su Internet pensino che Consumer Reports e valutazioni cellulari vadano insieme.”

Stessa cosa accade qui (punto due). “Elenco dei produttori” e ThomasNet, non c’è nemmeno un collegamento alla pagina specifica, c’è solamente un link alla home page del sito. Ma viene menzionando ThomasNet insieme ad “Elenco dei produttori”. Così le parole sono lì, e Google sembra pensare: “Oh, sì, vedo che questa associazione accade un sacco di volte. Non direttamente nel testo di ancoraggio, ma sai una cosa? Sto diventando più intelligente!”

Google è davvero sempre più intelligente. Una tonnellata di articoli che menzionano l’analisi dei backlink citano Open Site Explorer. Alcuni di loro mettono un link, altri non lo fanno. Ma poiché Open Site Explorer è molto comunemente citato insieme alla frase chiave “analisi backlink”, questo fa sì che si posizioni davvero bene per quel termine di ricerca.

Questo, a mio parere, è uno dei futuri elementi di come andremo a fare SEO, che si può ottenere grazie ad attività di Digital PR: l’associazione della marca con questi termini, in modo che molto spesso, quando un fonte autorevole di alta qualità cita una frase chiave, citi anche il vostro marchio. Non necessariamente dovranno collegare la vostra pagina. Questo tipo di SEO è qualcosa che non è molto praticato oggi, ma certamente dovrebbe entrare nella testa delle persone per il futuro.

Vi invito, in qualsiasi momento, a cercare nella graduatoria di Google qualche sito che non ha implementato le classiche strategie SEO, il testo di ancoraggio, la parola chiave ripetuta nel testo e nel tag del title, fare un’analisi approfondita e cercare di capire se la co-citazione può essere la causa del ranking più elevato”.

Personalmente, sono d’accordissimo con Rand, e posso aggiungere di aver notato la stessa cosa per quanto riguarda il sito Studio Samo, che è posizionato molto bene per un sacco di query di ricerca altamente concorrenziali, pur avendo solamente qualche link con anchor text pertinenti. E voi cosa ne pensate della previsione di Rand? Dite la vostra nei commenti.

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2 risposte

  1. È da un po’ che rifletto (e opero) in questo senso. Avevo notato che i posizionamenti di Studio Samo erano molto buoni. In effetti anche quelli di Seogarden.net stanno migliorando (credo) per lo stesso motivo. Hai fatto una gran cosa a tradurre questo testo in italiano. Adesso vediamo che succede. Intanto condivido 🙂

    1. Grazie Francesco! 😀
      Credo che molti SEO italiani invece siano ben lontani dall’averlo intuito, e continuano con le vecchie logiche di link building, oppure cercano tutti i modi possibili per “imbrogliare” il pinguino. Spero che questo articolo offra qualche spunto di riflessione anche a loro 😉

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