Circa due terzi (66,3%) dei professionisti che operano nel settore SEO affermano di ritenere che i fattori di ranking valutati da Google variano notevolmente a seconda della domanda cercate dagli utenti.
A dirlo è un recente sondaggio di SparkToro, che ha rilevato come solo il 7,4% dei professionisti SEO ritiene che le classifiche di Google siano costantemente ponderate in tutte le query.
Ad essere stati intervistati da SparkToro sono stati oltre 1.500 SEO professional ai quali è stato chiesto quali tendenze a loro avviso avranno il maggiore impatto sulla SEO nei prossimi 3 anni (con valori che partono da 0 = nessun impatto fino ad arrivare a 4 = impatto enorme).
Gli intervistati ritengono che l’impatto maggiore sarà l’inserimento di Google vertical/competing contro i publisher (media di 3,36).
Altri dati li avevamo evidenziati anche noi di Studio Samo in precedenti articoli come ad esempio i progressi nell’apprendimento delle learning/artificial intelligence (3.24) e gli zero-click search su Google (3.10) che certamente avranno un grande impatto sulla SEO nei prossimi anni.
Anche la sempre maggiore quantità e visibilità data ai Google Search Ads (2,99) sarà un trend certamente in salita, insieme ad altre tendenze che dovrebbero avere un impatto superiore alla media come l’utilizzo dei cookie, le visite e i web tracking data (2,56), le domande a risposta vocale di Google Assistant, Alexa e Siri (2,56) e la ricerca vocale come input per le query (2,55).
Con l’aumento dell’uso degli assistenti vocali, alimentato, in parte, dal crescente numero di proprietari di Smart Speaker, una ricerca precedente aveva già rilevato come i marketer considerino la ricerca vocale una delle maggiori opportunità di business per i prossimi anni.
Al contrario gli intervistati non ritengono che l’esito delle indagini del Congresso degli Stati Uniti e del DOJ su Google avrà lo stesso impatto (1,96) sulla SEO nei prossimi 3 anni.
I fattori di ranking che avranno il maggior peso per Google
Su una scala da 0 a 10 (0 = non utilizzato, 5 = moderatamente ponderato, 10 = altamente ponderato), agli intervistati è stato chiesto di classificare i 26 fattori di ranking di Google.
In particolare è stato chiesto loro di valutare il proprio livello di percezione della quantità di peso che ciascun fattore riceve all’interno della ricerca organica di Google.
Gli intervistati ritengono che la rilevanza del contenuto complessivo di una pagina web sia il fattore più rilevante, ricevendo un punteggio di 8,52 punti.
Inoltre, il contenuto della pagina è stato classificato storicamente come una tattica SEO efficace ed è stato anche considerato come una delle tecniche meno difficili da intraprendere.
Altri fattori che secondo gli intervistati sono fortemente rilevanti sono: la qualità dei siti e delle pagine linkate (7,87), l’uso di parole e frasi rilevanti per una determinata query (7,50), la user experience, l’autorità e la fiducia che i motori di ricerca hanno dei domini (7,48) nonché la facilità di navigazione dai dispositivi mobili (7,12).
I fattori che sono percepiti come meno rilevanti sono l’uso di Google AMP (4.76), l’uso degli external link sulla pagina (4.66) e la parola chiave nel nome a dominio (4.19).
SparkToro ha scoperto che la massima convergenza di opinioni è stata data all’importanza dei seguenti fattori: rilevanza del contenuto complessivo della pagina, uso di parole e frasi query-relevant, uso delle query-relevant entity nel contenuto della pagina, qualità dei siti e delle pagine collegate e l’esperienza, l’autorità e la fiducia percepita del dominio.
La maggior parte del disaccordo tra i professionisti della SEO riguarda invece la parola chiave nel nome di dominio, l’uso di Google AMP, l’età del sito web e l’uso di parole chiave nell’URL.
Che cosa pensa il top 10% dei professionisti della SEO?
SparkToro è andato oltre, analizzando le opinioni dei top 10% degli intervistati, cioè quei 129 (8,1%) intervistati che hanno un livello di esperienza e competenza del campo conclamato.
La rilevanza del contenuto complessivo della pagina è stata considerata più importante rispetto alla media di tutti gli intervistati.
Se ci sono state poche differenze nel modo in cui il top 10% e il totale degli intervistati hanno classificato la ponderazione dei fattori di ricerca, le maggiori discrepanze sono state invece rilevate con l’uso delle parole chiave nell’URL e nell’età del sito web, dove tutti gli intervistati hanno dato maggiore importanza rispetto a quella data dai top 10%.
Per saperne di più è possibile leggere tutti i risultati dell’indagine qui.
Informazioni sui dati: i risultati si basano su un sondaggio redatto su 1.584 professionisti SEO nell’agosto 2019. Twitter, LinkedIn e la posta elettronica sono state le principali metodologie di raccolta.
[via marketingcharts.com]