Le content marketing strategy sono un riferimento per chi lavora con una prospettiva riconducibile all’inbound marketing. Ovvero per chi vuole farsi trovare dalle persone giuste, nel momento in cui c’è bisogno. Bypassando la logica pubblicitaria.
O almeno quella classica dell’advertising vecchio stampo. Basta interrompere il flusso dei contenuti utili, devi essere tu a gestire questo step e a diventare la fonte indispensabile per il potenziale cliente. Come fare? Basta una buona attività?
Investi sulla produzione dei contenuti. In teoria tutto questo è semplice: pubblicare articoli sul blog, video su YouTube, grafiche su Instagram può essere la soluzione. Ma solo se alla base c’è una strategia di content marketing. Da dove iniziare?
Studia a fondo il target di riferimento
Questo è il primo passo per creare una content marketing strategy degna di questo nome. Puoi ottenere grandi risultati da un’attività di publisher solo se sai cosa vuole il tuo pubblico. Non è uno snodo da sottovalutare perché stai lavorando sulle basi.
Ma cosa devi sapere? Quali aspetti devi approfondire per avere le informazioni giuste? In primo luogo devi considerare la presenza di un pubblico utile al tuo progetto, e poi devi focalizzarti su una piattaforma. Per capire qual è il medium adatto al lavoro.
Analisi delle personas utili allo scopo
La content strategy deve operare su un fatto noto agli esperti di marketing: le personas possono diventare un riferimento chiaro per dirigere l’attività nella direzione giusta.
Il motivo è semplice: grazie a queste raffigurazioni idealtipiche del possibile pubblico puoi avere una sorta di manuale minimo per creare contenuti capaci di piacere alle persone che vuoi raggiungere. Se vuoi leggere qualcosa sul tema posso consigliarti questo post di Studio Samo: come creare delle buyer personas per Facebook.
Diversifica in base alle piattaforme
Ogni studio deve essere svolto in base al tipo di pubblicazione che vuoi sviluppare. E devi ricordare che l’analisi del pubblico avviene in relazione alla piattaforma.
Quello che succede e serve sul blog può essere diverso rispetto alle dinamiche che si sviluppano su YouTube e viceversa. Senza dimenticare tutto quello che si nasconde dietro alla piattaforma Instagram. insomma, ogni pubblico ha più volti e bisogni.
Attenzione a trend e competitor
Vorresti iniziare a pubblicare senza un’analisi del contesto? pura follia. Affida ai vari strumenti per spiare i competitor il compito di monitorare cosa fanno le persone che condividono il tuo topic. E sfrutta i SEO tool di analisi keyword come Google Trends, Semrush o Seozoom per capire l’andamento temporale. Vale a dire come si comporta, nel tempo, il pubblico nei confronti di una determinata keyword.
Lavora su obiettivi (e micro obiettivi)
Dopo aver identificato il target devi dirigerti verso un altro tema caro a chi si occupa di content marketing strategy: gli obiettivi. Non puoi ignorare il fatto che procedere alla cieca significa anche (e non solo) avere zero obiettivi. o meglio, tu pensi che ci siano ma in realtà stai inseguendo delle chimere ininfluenti. Tipo l’aumento delle visite al sito.
Serve a qualcosa? Chiaro, è un micro obiettivo. Vale a dire la chiave di volta di una fase intermedia. Se ho un business basato sull’advertising, sul pay per click ad esempio, l’obiettivo passa attraverso l’aumento delle visite e si posiziona sulla necessità di aumentare le visite ai banner. Ma se sono un consulente o un’azienda le visite hanno un valore relativo. Gli obiettivi potrebbero essere differenti, ad esempio:
Anzi, per essere precisi qui si parla di link earning. Soprattutto se si accompagna il tutto con le digital PR, in ogni caso i contenuti possono essere una delle chiavi fondamentali per ottenere buoni link in ingresso. Ma se tutto questo non viene definito nero su bianco sulla tua content marketing strategy puoi pensare di raccogliere frutti.
La tua esistenza professionale deve essere legata a una definizione attenta degli obiettivi. Intervenire solo su numeri di facciata è il male assoluto per una strategia.
Definisci un calendario editoriale
Ovvero cosa pubblicare e in quale occasione. Il calendario editoriale su Facebook e per qualsiasi altra piattaforma (blog, newsletter, Instagram, Twitter, Pinterest, etc.) deve essere il tuo timone nel mare in tempesta. Cosa pubblicare oggi? Te lo dice il calendario editoriale, un documento imprescindibile che deve essere gestito in modo da intrecciare soluzioni differenti. Senza mai perdere di vista per obiettivi precisi.
Prendi come esempio una Fan Page? Puoi creare un calendario editoriale basato sui contenuti visual e intrecciare video, immagini, quote, infografiche, dirette Facebook. Poi ci sono i link che fanno riferimento alle fonti più importanti, senza mettere da parte tutto ciò che riguarda l’aspetto promozionale. Certo, c’è la pubblicità ma è giusto considerare anche questo elemento nel buon equilibrio editoriale. Consigli?
- Prendi in considerazione la presenza di notizie improvvise.
- Mantieni un occhio sulle festività e le giornate mondiali.
- Prendi in considerazione le ripubblicazioni degli stessi contenuti.
Per gestire il calendario editoriale puoi usare un qualsiasi file Excel, magari su file condiviso di Google Drive. Oppure c’è sempre Google Calendar che dà buone soluzioni per gestire combinazioni differenti. Perché, questo è un punto chiave, ogni canale ha il suo documento però con un tool come Google Calendar puoi unire più progetti.
Analisi dei risultati: cosa hai ottenuto?
Questo è uno dei risvolti più importanti. Spesso, però, non c’è un numero sufficiente di risorse per implementare un’analisi dei dati. Vale a dire quelle attività per capire:
- Cosa stai facendo bene.
- Cosa stai sbagliando.
- Come puoi migliorare.
Essere operativi è il primo passo. Il secondo riguarda la possibilità di ottenere buoni risultati in termini di target e obiettivi: definire a chi comunicare e per quale motivo è la base imprescindibile. Ma se non identifichi dei KPI importanti il rischio è quello di rimanere a uno stadio embrionale della tua content marketing strategy.
Il mio consiglio: devi andare oltre l’osservazione quantitativa dei numeri. Visite, follower, retweet, download: queste cifre possono essere interessanti per definire una prima parte del lavoro di analisi dei dati. Ma per passare all’interpretazione devi scendere in profondità. Senza lasciare che siano i numeri stratosferici a guidare le tue azioni.
Da leggere: come fare content marketing con YouTube
La tua content marketing strategy
Qui trovi una serie di passaggi, a mio avviso, imprescindibili per capire qual è la giusta content marketing strategy. Vale a dire la sequenza di tecniche e attività per fare in modo che ogni sforzo raggiunga l’obiettivo prefissato. O almeno si avvicini il più possibile perché il content marketing non è un’attività da improvvisare.
I risultati possono essere interessanti, ma solo se gestiti nel miglior modo possibile. Vale a dire con professionalità e un minimo di elasticità. Sei d’accordo?
2 risposte
Certo, senza un minimo di pianificazione non si va da nessuna parte – in genere, dopo un po’ di tempo, si riesce a capire quale ritmo tenere: l’infografica lunedì, il tutorial martedì, l’intervista giovedì…
…sempre lasciando spazio agli imprevisti dell’ultimo minuto, però, come una notizia di rilievo nel proprio settore 🙂
Beh, se riesci a mantenere questo ritmo nella content marketing strategy… tanto di cappello, è un’ottima soluzione.