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10 (semplici) consigli per scrivere meglio

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Indice dei contenuti

Ecco perché amo partecipare ai corsi di formazione e ai workshop come docente: riesco a toccare con mano le esigenze reali della gente, delle persone che vogliono lavorare nel mondo del blogging.

Durante il mio intervento al master di Web Marketing Studio Samo, ad esempio, ho definito i punti fondamentali per creare un buon testo da pubblicare sul blog. E ho elencato i passaggi che ogni blogger, almeno dal mio punto di vista, dovrebbe rispettare per ottenere buoni risultati.

La caratteristica di questa lista? Sono punti semplici: si possono mettere in pratica immediatamente. E senza mettere in discussione le tue conoscenze, senza rivoluzionare la tua scrittura. Ma i risultati sono evidenti. E si dirigono verso una direzione precisa: testi semplici, efficienti, puliti.

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Non è forse questo il tuo obiettivo? Asciugare il testo dal superfluo per mettere in evidenza la sostanza, i contenuti utili. Ovvero quello che cerca il tuo pubblico. Un lettore soddisfatto è un lettore fidelizzato, che ritorna sul tuo blog ogni giorno e che condivide, commenta. E magari inserisce dei link naturali. Ti ho convito? Bene, ecco 10 consigli semplici ed efficaci per migliorare la tua scrittura.

  • Il soggetto è il centro del tuo mondo. Tutto parte dal soggetto, da chi compie l’azione. Evita frasi impersonali, dai un volto alla tua scrittura. Parla con le persone. E non allontanare troppo il soggetto dal verbo: segui il consiglio di Luisa Carrada, sposta gli incisi all’inizio o alla fine della frase e non dividere il nocciolo della comunicazione.
  • Elimina subito la doppia negazione: è l’esatto contrario della buona comunicazione. Confonde il lettore e lo costringe a un’attività inutile. Perché costringere il tuo pubblico a un doppio passaggio?
  • Un nodo difficile da sciogliere: gli avverbi. Nomi famosi della scrittura online e offline si scagliano contro questi elementi della lingua italiana. Appesantiscono il testo, aggiungono poco. A volte niente. Sono inutili. La strada per l’inferno – dice Stephen King – è lastricata di avverbi. Il mio punto di vista: devi combattere l’abuso, non l’uso.
  • Sai a cosa servono i link? Sono un rimando, sono un voto di qualità nei confronti di un contenuto, ma sono anche uno strumento in mano al webwriter che vuole evitare una valanga di testo superfluo. C’è qualcosa che vuoi approfondire, ma non credi che sia necessaria un’altra appendice? Usa un buon link. Un link di qualità.
  • Attenzione alla correzione delle bozze: quando cambi un elemento all’interno della frase assicurati che sia ben collegato con il resto, e che le concordanze legate a tempi, genere, numeri e persone siano rispettate.
  • Virgolette, punti esclamativi, simboli di varia natura. Nella lingua italiana ci sono regole ben precise che devono essere rispettate: non c’è bisogno di un punto esclamativo in ogni frase, e neanche in ogni paragrafo. Vogliamo parlare delle parentesi? Usa gli strumenti della buona scrittura quando servono, non quando credi che sia utile o interessante o divertente.
  • Ci vuole ritmo nella scrittura, quindi devi diventare un maestro di punteggiatura. Io preferisco usare frasi brevi, ma al tempo stesso cerco di ritmare la lettura. Come? Con frasi più lunghe. Non inutilmente lunghe, attenzione, ma con il giusto uso delle parole. L’obiettivo è sempre lo stesso: comunicare nel miglior modo possibile. E non essere per forza concisi. Frasi lunghe, frasi brevi: usa le parole senza limiti predefiniti.
  • Ogni paragrafo deve racchiudere un concetto, un’idea. Vero, le persone odiano il muro di parole ed è giusto dividere il testo. È giusto far respirare il lettore. Ma devi anche rispettare la continuità del discorso.
  • Liste puntate: servono? Sì, ma attenzione a non esagerare. Le bullet list sono fondamentali per migliorare la leggibilità di una pagina web, di un articolo, di un post. Ma usale solo quando servono: per mettere ordine in un elenco di concetti, di elementi, di idee.

Voglio chiudere con un ultimo consiglio: non lasciar spazio all’antilingua, un termine coniato da Italo Calvino per indicare “l’italiano di chi non sa dire «ho fatto» ma deve dire «ho effettuato»”. Valentina Falcinelli ha affrontato questo tema nel suo ultimo intervento al Web Marketing Festival, e ha lasciato un concetto che voglio riprendere con un tweet:

leggibilità

Scegli parole semplici, scegli parole comuni. La lingua italiana non deve essere svilita: la sua ricchezza deve essere sempre valorizzata, ma semplificare non vuol dire impoverire. O almeno non per una persona che punta alla buona scrittura. Essere blogger o web writer vuol dire scrivere bene, e fare in modo che il messaggio arrivi senza interruzioni o incertezze. Senza difficoltà.

Sei d’accordo?

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